sabato 29 ottobre 2011

CARAVAGGIO 2: TESTO TEATRALE, RAPPRESENTAZIONI, WORK-IN-PROGRESS


CARAVAGGIO NEL TEATRO, NEL CINEMA, NELLA LIRICA, ... NELLA TESTA:

Michael Whitney Straight, Caravaggio: A Play in Two Acts, Devon Press, 1979.
(Questo testo teatrale era stato messo in scena la prima volta da Word Baker nell’agosto del 1971 a Cincinnati in Ohaio, al Marx Theatre presso il Playhouse Parc Month)
Richard Owen, The Death of Virgin [from Caravaggio], New York 1983
(Il libretto di Michael Whitney Straight e lo spartito per Opera Lirica sono stati rappresentati per la prima volta al Theatre Music Associates of America di Englewood nel New Jersej il 31/3/1983)

Derek Jarman, Caravaggio: The complete Film Script and Commentaries, Thames & Hudson Ltd London 1986.
(Questo copione cinematografico è stato tradotto in film con la regia dell’autore ed è uscito nei cinema di Londra nel 1986)

Frank McGuinness, Innocence: The Life And Death Of Michelangelo Merisi Caravaggio, Faber and Faber, London 1987.
(Questo testo teatrale era stato messo in scena la prima volta, dallo stesso autore, al Gate Theatre di Dublino nel 1986)
Gustaw Herling-Grudziński: Dziennik pisany nocą, Diario scritto di notte 1971-1972, Editions Gallimard 1989, Feltrinelli Editore, Milano 1992 – Traduzione di Donatella Tozzetti.
“Caravaggio: Luce e ombra” – 15 Maggio 1972. [...] Se un giorno deciderà di scrivere una Vita del Caravaggio (malgrado le lacune e le numerose “zone d’ombra” nella sua biografia), dovrà inventarsi uno stile narrativo particolare: febbrile, convulso, affannato. Soprattutto durante l’ultimo decennio, fra il 1600 e il 1610, Caravaggio visse come in un continuo delirio. Violento, iracondo, sempre col pelo ritto, litigioso fino al punto di provocare risse sanguinose, ricercato per l’omicidio di un uomo, combattuto fra l’impulso di fuggire e il desiderio di tornare là da dove era fuggito. [...] Quale altro pittore si sarebbe ritratto in una testa mozzata? L’unico suo presunto autoritratto è la testa tagliata di Golia, in mano a David: morta e tuttavia viva, con una smorfia di rabbia e con un grido strozzato sulle labbra semiaperte con una scintilla di follia negli occhi spalancati. [...] La sua invenzione del chiaroscuro viene considerata uno strumento per svelare l’invisibile. Al tempo stesso è una forma per velare di mistero il visibile. [...]
Alberto Macchi, L’Uomo Caravaggio, Edizioni AETAS, Roma 1995.
(Questo testo teatrale era stato messo in scena, dall’autore stesso, la prima volta al Teatro Centrale di Roma nel 1992)



"The man who became Caravaggio"


Traduttori:  D. Comerlati e M. Parizzi
L'autore ti trasporta tra quella gente, in quel tempo.Rifiuta le versioni ufficiali della morte, di Caravaggio e la inserisce in un inquietante contesto di vendetta sessuale, tradimento, agguato e collusioni di Stato.

RASSEGNA STAMPA, INTERNET, RADIO, TV, OSSERVAZIONI VARIE


del 22/2/1995

del 25/9/1995

MMMMMMMMMMMMMMMMM
ATTUALITÀ DEL PARLAMENTO
MMMMMMMMMMMMMMMMM
del 26/4/1995

del 22/4/1995

del 25/4(1995

Italian International e-magazine Network
del 3 marzo 2009
"ITALIANI IN POLONIA. NASCE IL TEATRO PERMANENTE DEL MAESTRO MACCHI. IN PREPARAZIONE LA PIECE SU CARAVAGGIO A 400 ANNI DALLA MORTE DELL’ARTISTA"
DZIAŁALNOŚĆ STOWARZYSZENIA “Italiani In Polonia” 2009 - sztuka teratralna “Caravaggio”, dzieło w trakcie przygotowań, opowiadające o barokowym malarzu włoskim z XVI-XVII wieku. Celem kursu jest również przygotowanie do wystawienia powyższej sztuki w 2010 roku, z okacji obchodów 400-setnej rocznicy śmierci artysty. Stałe Warsztaty Teatralne, Warszawa.
di Mina Cappussi
Si intende istituire in seno all’Associazione “Italiani in Polonia” un Laboratorio Teatrale, destinato a divenire PERMANENTE, diviso in Corsi per Livelli, finalizzato alla creazione di una nostra COMPAGNIA TEATRALE STABILE.
Questa sezione sarà diretta dal M° ALBERTO MACCHI, romano, affermato Autore e Regista di Teatro, che opera ormai professionalmente da molti anni, non solo a Roma e in Italia, ma anche in Polonia e in altri stati europei.
L’attività si svolgerà a Varsavia, i Corsi di Teatro saranno tenuti dallo stesso Alberto Macchi il quale si avvarrà di collaboratori italiani e polacchi, esperti nelle varie discipline teatrali.
Tali Corsi, che si distinguono in due livelli: “per Professionisti” e “per Principianti”, sono aperti a tutti: italiani, polacchi, giovani, adulti.
Essi saranno costituiti da Lezioni serali teorico-pratiche della durata di due ore ciascuna, per due volte alla settimana, e si svolgeranno, in questa prima fase, dal 5 maggio al 30 Giugno 2009. Alla fine dei due mesi, dopo un Saggio di Fine Corso, verrà rilasciato un Attestato di Frequenza. Un Secondo Corso è previsto dal 15 settembre al 15 dicembre 2009.
Le Materie di Studio sono prevalentemente: Dizione, Giusta Respirazione, Impostazione della Voce, Recitazione, Nozioni di Canto, Gestualità, Mimo, ma anche Cenni di Storia del Teatro, Drammaturgia, Sceneggiatura, Scenografia, Costumi, Luci, Fonica, Foto di Scena.
Il testo su cui si lavorerà sarà la pièce teatrale “Caravaggio”, in un work-in-progress sul pittore barocco del XVI-XVII secolo, al fine di una messa in scena nel prossimo anno, in vista delle Celebrazioni del 2010 per l’Anniversario dei 400 anni dalla sua morte.
Lo spettacolo vero e proprio, a cui parteciperanno gli allievi che si iscriveranno anche al Secondo Corso, selezionati tra quelli più meritevoli e comunque disponibili, verrà allestito in lingua polacca e in lingua italiana e debutterà in un Teatro di Varsavia, con la possibilità di replicare a Roma presso il “Teatro delle Emozioni”.

Exibarte
Pubblicazione edita da Emmi srl, Firenze
del 21 febbraio 2010
“CARO CARAVAGGIO”
di Anita Pepe
Che la festa abbia inizio. Ovunque. Con l’esposizione alle Scuderie del Quirinale, partono ufficialmente le celebrazioni per il quarto centenario della morte di Caravaggio. Il cinema lo ha dapprima omaggiato nel capolavoro di Derek Jarman, per poi discendere la china con il mediometraggio di Mario Martone, il corto Vernissage! 1607 di Stella Leonetti e l’immancabile fiction targata Rai, starring un Alessio Boni troppo bello per essere vero, seppur fotografato dal “mago” Vittorio Storaro ... Naturalmente, il teatro non è rimasto a guardare: dallo show didattico di Dario Fo a “Caravaggio: Sangue e Bellezza” di Enzo Moscato, “Voluptas dolendi” di Mara Galassi e Deda Cristina Colonna, “Le ultime sette parole di Caravaggio” di Ruggero Cappuccio, “L’uomo Caravaggio” di Alberto Macchi e i “tableaux vivants” della compagnia Malatheatre in “Conversione di un Cavallo”.

Corriere della Sera
del 17 aprile 1992, pagina 40


Il Giornale d'Italia
del 1/11/1995

Locandina dello spettacolo "L'Uomo Caravaggio"
di Alberto Macchi andato in scena a Varsavia, con la Compagnia Teatrale Esperiente, per la regia dell'autore



Programma di Sala dello spettacolo "L'Uomo Caravaggio"
di Alberto Macchi andato in scena a Varsavia, con la Compagnia Teatrale Esperiente, per la regia dell'autore


Gazzetta Italia - Varsavia
Spettacolo e non solo... teatro, cinema, televisione, ma anche storia, poesia, arte e... fantasia
Rubrica a cura di Alberto Macchi
Spektackl i nie tylko... teatr, kino, telewizja, ale także historia, poezja, sztuka i... wyobraźnia
Stała rubryka Alberta Macchiego

Miei cari lettori italiani e polacchi, innanzitutto vi ringrazio per le numerose e-mail d’apprezzamento o di commento al mio articolo del numero precedente. Ora, stando alle richieste ricevute particolarmente dai fans del pittore Michelangelo Merisi, vi parlerò appunto dello spettacolo teatrale “Caravaggio” in preparazione per l’Anniversario dei 400 anni dalla morte del pittore, ricorrenza festeggiata, quest’anno, in varie parti del mondo, particolarmente in quegli Stati dove si trovano esposte, nelle chiese o nei musei, alcune sue opere, come in Europa, negli Stati Uniti d’America o in Russia.
A Roma, ad esempio, è stata allestita una Mostra con le opere più rappresentative dell’artista, presso le Scuderie del Quirinale. Quest’evento, coronato da centinaia di migliaia di visitatori provenienti da ogni continente, è stato inaugurato il 20 febbraio e, se non viene prorogato, si conclude il 13 di questo mese. Allora, ecco intanto un brevissimo cenno sulla vita di questo personaggio straordinario, il più possibile aggiornata alle ultime scoperte e ritrovamenti:
MICHELANGELO MERISI [o anche MICHEL ANGIOLO MERIXIO o MERIGI o AMERIGHI] (Milano 29/9/1571 – Porto Ercole 18/7/1610) pittore, figlio di Fermo e Lucia Aratori, fratello di Giovan Battista, di Giovan Pietro e di Caterina. Nel 1589, orfano di suo padre, è ancora a Milano. Nel 1592, orfano anche di sua madre, invece, è a Caravaggio. Ma già nel 1593, a 22 anni, da solo, è a Roma. Di temperamento irrequieto, qui è solito frequentare, zingari, prostitute, taverne, tra vino, gioco dei dadi e delle carte, insieme ai suoi compagni romani, anch’essi pittori, Prospero Orsi, Antiveduto Gramatica, Domenico Fetti, ai quali, più tardi, si aggiungeranno il tedesco Adam Elsheimer, il fiammingo Pieter Paul Rubens ed altri. Dall’incontro, poi, con Mario Minniti, un giovane pittore, siciliano, scaturisce una profonda amicizia, Questi sarà il suo amico più fedele di tutta la vita, oltre che modello per i suoi quadri. Ma spesso sconta il carcere per ferimenti e percosse. E non passa molto tempo in libertà, che viene di nuovo denunciato al Governatore del Tribunale di Roma, come quando, insieme a Onorio Longhi, Orazio Gentileschi e Filippo Trisegni, verrà querelato dal suo biografo, il pittore Giovanni Baglione, per aver diffuso poesie diffamatorie sul suo conto. Anche in questo caso deve scontare il carcere! Intanto lavora presso la bottega del pittore Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino. Finché, grazie all’interessamento del Cardinal Francesco Maria Bourbon Del Monte, il 23 luglio 1599 assume la sua prima Commissione Pubblica presso la Chiesa di San Luigi dei Francesi, dove esegue le “Storie di San Matteo”. Altri mecenati e committenti si interessano a lui. Infatti il 24 settembre 1600 lavora presso la Chiesa di Santa Maria del Popolo dove dipinge la “Crocifissione di Pietro” e la “Conversione di Saulo”. Dal 5 al 25 ottobre del 1600 è ricoverato all’Ospedale della Consolazione di Roma. Negli ultimi mesi del 1601 assume la commissione per Santa Maria in Vallicella sempre a Roma e l’opera, la “Deposizione”, verrà ivi collocata il 6 settembre del 1604. Dal 20 novembre del 1600 al 20 ottobre del 1604 vive a Palazzo Madama, residenza del Cardinal Del Monte. Ma, benché sia ospite di un così famoso personaggio, non smette di frequentare bordelli e bettole, dove spesso si imbatte in risse; per cui continua a subire numerosi processi che di tanto in tanto lo conducono in carcere a Tor di Nona o a Castel Sant’Angelo. Dopo tutte queste pause, lontano dal lavoro, riprende a dipingere, sempre contornato da quelle prostitute che è solito usare per modelle. Tra le più assidue, le due senesi Fillide Melandroni detta La Rossa e Anna Bianchini detta Buggerona. Dal 6 giugno 1605 abita in vicolo dei Santi Cecilia e Biagio a Campo Marzio, assieme a Maddalena Antognetti detta Lena, romana, un’altra prostituta, ma questa sua fedele compagna, oltre che modella. In questo stesso anno esegue la “Madonna del serpe” per l’Arciconfraternita di Sant’Anna dei Palafrenieri in San Pietro. Nel 1606 dipinge la “Madonna di Loreto” per la Chiesa di Sant’Agostino e poi la “Morte della Madonna” per Santa Maria della Scala. Il 28 maggio 1606 al quartiere della Scrofa, Caravaggio ammazza Ranuccio Tommasoni da Terni, perché aggredito per una questione di punteggio durante il giuoco della pallacorda, con una posta in palio di ben 10.000 scudi (una cifra enorme, se si considera che per una tela in San Luigi dei Francesi aveva percepito 450 scudi). Condannato a morte dal Papa, fugge da solo a Zagarolo, a Paliano, in Sicilia, a Malta, a Napoli, fino a Porto Ercole in Toscana. Qui, sfinito e già minato dalla malaria, sempre da solo, trova la morte. (Fonti: i biografi Giovanni Baglione, Giulio Mancini e Giovan Pietro Bellori e gli studiosi Mia Cinotti, Claudio Strinati, Mina Gregori, Maurizio Calvesi, Maurizio Marini, Stefania Macioce, Ferdinando Bologna, Dalma Frascarelli)
La pièce teatrale dal titolo “L’Uomo Caravaggio”, da me scritta nel 1989 e messa in scena in Prima Assoluta Mondiale nel 1992 al Teatro Centrale di Roma, in concomitanza con la Mostra di Caravaggio a Palazzo Ruspoli, ha replicato lo stesso anno, con il Patrocinio dell’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, al Centro Saint Louis de France, in uno spazio sotto la Chiesa di San Luigi dei Francesi e ancora nella ‘Sala Stenditoio’ presso il Complesso Monumentale San Michele a Ripa del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali.
Lo spettacolo ha ricevuto un Premio dal Club UNESCO di Trapani. Da allora, questo testo drammaturgico è stato ulteriormente adottato da me e da altri registi in Italia e in Europa, particolarmente nei laboratori teatrali. E oggi, in occasione di quest’anniversario per i 400 anni dalla morte del pittore, l’Associazione ‘Italiani in Polonia’ ha previsto di ristampare questo Atto Unico Teatrale, opportunamente rivisitato e aggiornato, sia in lingua italiana che in lingua polacca, cosicché chiunque in Polonia - teatri, compagnie, musei, università - fosse interessato, potrà avere l’opportunità di utilizzarlo, anche se solo al fine d’una semplice lettura drammatizzata. Intanto io, con la neonata Compagnia Teatrale Italiana a Varsavia, sto preparando lo spettacolo “L’uomo Caravaggio” che vede protagonisti, Alessandro Bruzzone nella parte di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Angela Ottone nella parte di Maddalena Antognetti detta Lena e Mario Zaccaria nel ruolo del Cardinal Francesco Maria Bourbon Del Monte. Tale Compagnia, istituitasi in seno all’Associazione ‘Italiani in Polonia’, è scaturita dalla tenacia di alcuni tra i partecipanti al lungo e sofferto laboratorio sul pittore da me tenuto fin dal giugno dello scorso anno ed ora è la prima compagnia teatrale italiana in Polonia e chissà, forse una delle rarissime, fra gli italiani residenti nei vari paesi dell’Europa, che si sia costituita fuori dall’Italia. Una prova aperta al pubblico della rappresentazione è prevista per la fine di giugno, probabilmente presso lo stesso Teatro ‘Enrico Marconi – spazio in gestione all’Associazione ‘Italiani in Polonia’ e da me diretto, sede del Laboratorio Teatrale Permanente e di altre varie attività culturali – utilizzato per tutto il periodo delle prove. La Prima e le repliche invece sono previste per ottobre, presso tutti quei teatri che in Polonia volessero ospitare questo spettacolo. L’Associazione inoltre, si sta adoperando perché negli anni successivi, la Compagnia possa portare fuori dalla Polonia, tutti gli altri spettacoli del suo futuro repertorio, grazie ad una collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura o di altre Istituzioni Italiane nei vari paesi dell’Europa. Vedremo! (Alberto Macchi, Articolo su "Gazzetta Italia", Varsavia Giugno 2010)

"Momento di una scena"

Moi Drodzy Czytelnicy, włoscy i polscy, przede wszystkim pragnę podziękować za liczne e-maile pełne komentarzy i uznania dla mojego artykułu zamieszczonego w poprzednim numerze. Teraz, spełniając prośby otrzymane od fanów malarza Michelangelo Merisi, opowiem o spektaklu teatralnym „Caravaggio” przygotowywanym na 400 rocznicę jego śmierci. Uroczystość ta będzie obchodzona w tym roku na całym świecie, zwłaszcza w krajach, których kościoły i muzea wystawiają jego dzieła. Wśród nich są liczne kraje Europy, Stany Zjednoczone, Rosja. Przykładowo w Rzymie z tej okazji w stajniach Kwirynału została zorganizowana wystawa jego najbardziej reprezentatywnych dzieł. To wydarzenie, ukoronowane setkami tysięcy zwiedzających z całego świata, zostało zainaugurowane 20 lutego i – o ile nie zostanie przedłużone – zakończy się 13. bieżącego miesiąca. Tymczasem krótka wzmianka o życiu tego wspaniałego artysty, w miarę możliwości zaktualizowana, zawierająca informację o ostatnich odkryciach i znaleziskach.
MICHELANGELO MERISI [lub MICHEL ANGIOLO MERIXIO lub MERIGI lub AMERIGHI] (Mediolan 29/9/1571 – Porto Ercole 18/7/1610) – malarz, syn Fermo i Lucii Aratori, brat Giovanniego Battisty, oraz Giovanniego Pietro i Cateriny. W 1589 roku, gdy zmarł jego ojciec, mieszkał jeszcze w Mediolanie. W 1592 roku, gdy osierociła go również matka, mieszkał w Caravaggio. W 1593 roku, mając 22 lata, udał się sam do Rzymu. Tam, w związku z jego nieokiełznanym temperamentem, obracał się w towarzystwie prostytutek, Cyganów, w karczmach, wśród wina, kości i kart, wraz ze swoimi rzymskimi kompanami (też malarzami) Prospero Orsi, Antiveduto Gramatica, Domenico Fetti, do których później dołączyli Adam Elsheimer, Pieter Paul Rubens i inni. Od momentu spotkania z Mario Minniti, młodym malarzem sycylijskim, narodziła się ich wielka przyjaźń. Minniti stał się jego najwierniejszym przyjacielem na całe życie, jak również pozował jako model do jego obrazów. Caravaggio często trafiał za kratki za udział w najróżniejszych bójkach. Po krótkim pobycie na wolności stanął przed Gubernatorem Trybunału w Rzymie oskarżony przez swojego biografa malarza Giovanniego Baglione o to, że wraz z Onorio Longhi, Orazio Gentileschi i Filippo Trisegni rozpowszechniał oczerniające go paszkwile. Również i w tym przypadku trafił do wiezienia! W międzyczasie terminował w pracowni malarza Giuseppe Cesariego, zwanego Cavalier d’Arpino. Wreszcie, dzięki zainteresowaniu kardynała Francesco Maria Bourbon Del Monte, 23 lipca 1599 r. dostał swoje pierwsze zlecenie publiczne w kościele San Luigi dei Francesi. Namalował tam obrazy z cyklu „Historia św. Mateusza”. Od tego czasu również i inni mecenasi sztuki oraz kupcy zaczęli się nim interesować. I tak od 24 września 1600 r. rozpoczął pracę w kościele Santa Maria del Popolo, gdzie stworzył dzieła „Ukrzyżowanie św. Piotra” oraz „Nawrócenie Szawła”. Od 5 do 25 października 1600 r. przebywał w szpitalu Consolazione w Rzymie. W ostatnich miesiącach 1601 roku otrzymał zlecenie z kościoła Santa Maria in Vallicella w Rzymie, a powstałe dzieło „Złożenie do grobu” zostało tam umieszczone 6 września 1604 r. Od 20 listopada 1600 r. do 20 października 1604 r. mieszkał w Pałacu Madama, siedzibie kardynała Del Monte. Mimo iż był gościem tak znanej osobistości, nie zaprzestał jednak wizyt w domach publicznych i gospodach, gdzie często wdawał się w kłótnie i bójki, w wyniku których często był bohaterem procesów prowadzących go za kratki do więzienia w Tor di Nona lub w Castel Sant’Angelo. Po tych wszystkich przerwach w pracy powracał do malowania, ciągle otoczony kobietami lekkich obyczajów, które służyły mu również za modelki. Wśród nich najczęściej pozowały dwie pochodzące ze Sieny: Fillide Melandroni zwana Rudą i Anna Bianchini zwana Buggerona. Od 6 czerwca 1605 r. mieszkał w zaułku Santi Cecilia e Biagio w Campo Marzio wraz z Maddaleną Antognetti z Rzymu, zwaną Leną, prostytutką ale i jego wierną towarzyszką i modelką. W tym samym roku namalował „Madonnę z wężem” dla Arcybractwa św. Anny dei Palafrenieri w San Pietro. W 1606 roku namalował „Madonnę Loretańską” dla kościoła św. Augustyna, a następnie „Śmierć Madonny” dla kościoła Santa Maria della Scala. 28 maja 1606 r., w Scrofa, Caravaggio zabił Ranuccio Tommasoni da Terni w efekcie kłótni o punkty w grze zwanej pallacord – prymitywnej odmianie tenisa, gdzie stawką było aż 10 000 skudów (ogromna suma, biorąc pod uwagę fakt, że za obraz do kościoła San Luigi dei Francesi dostał 450 skudów). Skazany przez papieża na śmierć, uciekł do Zagarolo, a następnie do Palianona, na Sycylię, na Maltę, do Neapolu i na końcu do Porto Ercole w Toskanii. Tam, wycieńczony i cierpiący na malarię, zmarł w samotności.
(Źródła: biograf Giovanni Baglione, Giulio Mancini i Giovan Pietro Bellori oraz naukowcy Mia Cinotti, Claudio Strinati, Mina Gregori, Maurizio Calvesi, Maurizio Marini, Stefania Macioce, Ferdinando Bologna, Dalma Frascarelli)
Sztuka teatralna pt. „L’Uomo Caravaggio” (Człowiek Caravaggio) została napisana przez mnie w 1989 roku. Jej światowa premiera odbyła się w 1992 roku na scenie Teatro Centrale w Rzymie wraz z wystawą dzieł Caravaggia w Palazzo Ruspoli, a następnie była pokazywana tego samego roku, pod patronatem Ambasady Francji, w Watykanie, w Centro Saint Louis de France, w kościele San Luigi dei Francesi oraz w „Sala Stenditoio” w Complesso Monumentale San Michele a Ripa w Ministerstwie Sztuki.
Spektakl ten otrzymał Nagrodę Klubu UNESCO z Trapani. Od tego czasu ten tekst dramaturgiczny był wielokrotnie wykorzystywany, zwłaszcza w warsztatach teatralnych, przeze mnie i innych reżyserów we Włoszech i krajach europejskich. A dzisiaj, z okazji 400 rocznicy śmierci artysty, Stowarzyszenie „Italiani in Polonia” przewiduje oddanie do druku tej sztuki teatralnej w jednym akcie, odpowiednio opracowanej i uaktualnionej, zarówno w języku włoskim, jak i w polskim, by każdy w Polsce – teatry, warsztaty teatralne, muzea, uniwersytety – kto jest zainteresowany mógł ją wykorzystać, chociażby do zwykłego teatralnego czytania. Tymczasem ja, wraz z nowopowstałym Włoskim Zespołem Teatralnym w Warszawie, przygotowuję spektakl “L’uomo Caravaggio” (Człowiek Caravaggio), w którym obsadę sztuki stanowią: Alessandro Bruzzone w roli Michelangelo Merisi zwanego Caravaggio, Angela Ottone w roli Maddaleny Antognetti zwanej Lena oraz Mario Zaccaria w roli kardynała Francesco Maria Bourbon Del Monte. Ten zespół, utworzony w ramach Stowarzyszenia „Italiani in Polonia”, narodził się dzięki uporowi kilku uczestników długich i ciężkich warsztatów teatralnych poświęconych malarzowi, które były prowadzone przeze mnie od czerwca zeszłego roku. Teraz stał się pierwszym włoskim zespołem teatralnym w Polsce, i kto wie, jednym z niewielu, który powstał poza granicami kraju wśród społeczności Włochów mieszkających w różnych krajach europejskich. Próba otwarta dla publiczności odbędzie się pod koniec czerwca, prawdopodobnie w Teatrze „Enrico Marconi”, którym zarządza Stowarzyszenie „Italiani in Polonia” a którym kieruję i który jest siedzibą Stałych Warsztatów Teatralnych oraz innych inicjatyw kulturalnych. Jego siedziba była wykorzystywana przez cały okres przygotowań. Premiera odbędzie się w październiku, a następne przedstawienia we wszystkich teatrach w Polsce, które zechcą nas gościć. Stowarzyszenie stara się również, aby w przyszłości Zespół Teatralny mógł pokazać wszystkie spektakle ze swojego repertuaru poza granicami Polski, dzięki współpracy z Instytutami Kultury Włoskiej oraz innymi instytucjami włoskimi w wielu krajach europejskich. Zobaczymy! (Artykuł Alberta Macchiego, “Gazzetta Italia”, Grudzień 2010)


"Momento di una scena"
(Foto di Tymoń Nowosielski, Varsavia)
Riprendo l’argomento lasciato in sospeso nell’articolo del numero uno e quindi anche questa volta, miei cari lettori, vi parlerò di Caravaggio il cui anniversario della morte ricorre quest’anno, in concomitanza con la nascita di Federico Chopin, un altro artista geniale conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. A tal proposito devo confessarvi che da qualche tempo mi balena per la testa un’idea di spettacolo dal titolo “Luci e Notturni”, ma che vorrei scrivere e mettere in scena assieme ad un drammaturgo e regista polacco, uno spettacolo che identificasse i punti d’incontro tra i due artisti, qualora ci fossero. Chissà che qualcuno, leggendo queste righe, non raccolga questo mio appello!
Allora, tornando a noi, come prima cosa vi annuncio che ora la nostra Compagnia Teatrale Italiana a Varsavia ha un nome, quello di “Esperiente”, appellativo di Filippo Buonaccorsi, Membro dell’Accademia Umanista Romana con lo pseudonimo di “Callimaco”. Filippo Buonaccorsi era un letterato toscano del XV secolo che, trasferitosi in Polonia, diffuse la cultura del suo paese. Ed “Esperiente” era l’appellativo, da lui stesso coniato e che s’era attribuito per dar l’idea di qualcuno ch’era giunto in quel paese allo scopo d’esportare esperienze e nello stesso tempo per importare esperienze, quindi non solo per insegnare, ma anche per apprendere. E questo, in qualche modo, è anche lo scopo della nostra Compagnia teatrale, aperta a tutti coloro, professionisti e dilettanti, italiani e polacchi che, in qualsiasi momento, volessero farne parte.
Ora ecco qui di seguito, riportata, a conclusione, la mia Nota di Regia relativa allo spettacolo l’”Uomo Caravaggio”, la cui Prima Nazionale è prevista per il 27 novembre, in lingua italiana. Chissà, forse nel contempo, un’altra Compagnia teatrale di Varsavia, potrebbe proporre questo stesso spettacolo in versione polacca.
Come regista, ma soprattutto come autore di questo Atto Unico e come appassionato studioso del Caravaggio, per contrastare le troppe affermazioni gratuite che spesso appaiono su certa stampa e su certi libercoli, intorno a questo grandissimo pittore, riportando qui di seguito le affermazioni di alcuni eminenti storici, raccolte qua e là, nonché alcune mie deduzioni, intendo chiarire che Caravaggio:
“non ha umanizzato il sacro, con i suoi dipinti; semmai egli ha fatto esattamente il contrario: ha sacralizzato l’umano”.
“non ha dipinto soltanto il vero; egli ha istituito con la realtà un rapporto di drammatica e potente immediatezza.
“non era un tipo rissoso e un pittore maledetto; le sue aggressioni erano sempre in risposta alle violenze degli altri”; quando è arrivato ad uccidere Ranuccio Tommasoni, lo fece per autodifesa.
“non era un bohemien; ma un valentuomo libero, per ciò spesso solo, in compagnia della propria solitudine”.
“non era un temperamento irascibile; era invece un uomo schietto e leale che aborriva la stupidità e la disonestà”.
“non ha avuto né maestri né discepoli; egli è stato il pittore classico dell’età barocca, il primo in Italia a dipingere una natura morta”.
“non era solito fare disegni preparatori o bozzetti per i suoi dipinti; incideva l’imprimitura della tela col rovescio del pennello e vi dipingeva su alla prima”.
“non dipingeva soltanto su tela; ha eseguito ottime incisioni su rame”.
“non ha mai dipinto ad encausto come Ludovico Carracci; come lui, invece, ha praticato la pittura ad olio su intonaco”.
“non è stato il primo ad usare modelli vivi, dipingendoli a volte ritratti nello specchio; già altri pittori dei secoli passati avevano usato tali metodi”.
Ed è interessante quanto afferma Goffredo Silvestri nel suo articolo su La Repubblica.it del 19 febbraio 2010, di cui riporto il seguente passo:
“Una ‘overdose’ di iniziative sta per abbattersi sul Caravaggio in occasione dei 400 anni dalla morte. Iniziative:
per celebrare e soprattutto ‘depurare’ la vita e l'opera di Michelangelo Merisi dalle scorie che in buona e cattiva fede, per ansia di attribuzione o per organizzare una mostra ‘acchiappa visitatori’, si sono accumulate in questi decenni. Nella libertà assoluta autorizzata dalla fama di ‘pittore maledetto’;
per ‘asciugare’ il suo catalogo che si è gonfiato in modo improprio arrivando fra ‘scoperte’, attribuzioni e proposte di qualità anche non paragonabile, a circa cento dipinti, mentre un esame onesto e scientifico del catalogo si ferma a 64;
per riunire tutti i più importanti studiosi, italiani e stranieri, specialisti e no, e arrivare a decifrare il ‘fenomeno Caravaggio’;
per ‘leggere’ i suoi dipinti con indagini scientifiche che vanno oltre la superficie dipinta e ne rivelano la tecnica con sorprese assolute: ...
Ecco un altro passaggio dell’articolo, che ritengo molto appropriato per questa occasione:
“Animato forse da una troppo alta fiducia nella forza dei documenti, delle ricerche, dei ragionamenti, dei confronti, Maurizio Calvesi si augura che alla fine si possa
restituire un Caravaggio liberato da ‘presunta precocità’ (‘le tele della Contarelli, la prima commissione pubblica, sono state dipinte a ventotto anni e non a diciassette’);
‘non era di famiglia povera, ma quasi benestante’.
Liberato della ‘favola della omosessualità: le sue frequentazioni sono solo femminili e alla base della rissa e dell'omicidio di Tomassoni, origine di tutti i guai, c'è probabilmente un problema di donne’.
Da ‘ribaltare anche la fama di miscredente, di trasgressivo. Caravaggio aveva una profonda religiosità, di tipo lombardo, legata agli ambienti borromaici’, che si rifà al cardinale di Milano Federico Borromeo (umanista, fondatore della biblioteca Ambrosiana, riformatore del clero, di grande impegno caritativo),
‘e a Roma agli ambienti dell'Oratorio di San Filippo Neri alla Chiesa Nuova’, di attenzione alla povera gente, al ‘pauperismo’, in collisione con quella parte della curia papale ‘per la quale i poveri erano soltanto dei reietti’.”
Assolutamente fantasiose inoltre, ancora secondo me, queste altre dichiarazioni che qui sinteticamente riporto per dovere di cronaca e per completare così quest’analisi: la prima che ‘Caravaggio, secondo il Prof. Silvano Vinceti,
non sarebbe morto di malaria, ma di sifilide, la seconda che, stando ai risultati della ricerca guidata dall’Università di Bologna, in collaborazione con il Cedad, l'Università del Salento e del Centro Ricerche Ambientali di Ravenna,
alcuni suoi frammenti ossei oggi sarebbero stati individuati, fra altri resti umani sepolti in una fossa comune presso il cimitero di Porto Ercole. Ed infine, la terza, per cui, secondo Andrew Graham-Dixon, noto critico d'arte inglese, Caravaggio
sarebbe stato un violento protettore di prostitute, un essere irrazionale, pronto a uccidere per amore e lussuria, che
avrebbe avuto una figlia illegittima da un relazione clandestina con Lavinia, moglie di Ranuccio Tommasoni il quale sarebbe rimasto ucciso durante il conseguente duello d’onore tra lui e il Merisi, avvenuto, non più quindi, per una questione di punteggio durante il giuoco della pallacorda, con una grossa posta in palio.
Ecco allora che la costruzione di questo mio lavoro teatrale, soggetto a continui aggiornamenti, nasce dall’insieme di tutte le considerazioni e dichiarazioni sopra riportate, in particolare da quelle relative alla sua storia di uomo in tutta la sua complessità psicologica, tant’è che, anche stavolta, ho voluto intitolare lo spettacolo “L’Uomo Caravaggio”, ovvero col titolo del mio libro pubblicato a Roma nel 1995 dalla AETAS, scritto di concerto con la Prof.ssa Mina Gregori e con la prefazione della Prof.ssa Stefania Macioce. Pertanto la mia attenzione, in questa pièce teatrale, è rivolta a mettere in risalto l’espressione dei valori di Michelangelo Merisi. Il mio compito, infatti - come ho già specificato nell’articolo di aprile a proposito dell’altro mio lavoro sul Card. Zygmunt Szczęsny Feliński, rappresentato anche questo a Varsavia - non è quello del critico o dello storico dell’Arte, ma dell’uomo di Teatro, incline a frugare nelle più recondite pieghe dell’animo umano, minatore nelle cave dei sentimenti; approdato, per la tenace ricerca, in quella miniera inesauribile che certamente furono il cuore e la mente di Caravaggio. E questa mia proposta vuol’essere un teatro di parola e insieme d’immagine, una fiction di atmosfere e di rievocazioni oniriche, con un momento pasoliniano, dove dal fondo disadorno della scena, a volte, balzano figure shakespeariane, crocefisse nello spazio e inchiodate dalla luce. Fatto eccezionale: come musiche di scena, tra l’altro, adotterò i mottetti e i madrigali tratti dagli spartiti dipinti da Caravaggio nel “Suonatore di liuto“ e nel “Riposo nella fuga in Egitto”. Buon Divertimento! (Alberto Macchi, Articolo su "Gazzetta Italia", Varsavia Ottobre 2010.

Podejmę kwestię pozostawioną w zawieszeniu w jednym z poprzednich numerów gazety, a więc ponownie, moi drodzy czytelnicy, opowiem Wam nieco o Caravaggio, którego okrągła rocznica śmierci przypada właśnie w tym roku, a zbiegła się z rocznicą narodzin Fryderyka Chopina, innego genialnego artysty znanego i cenionego na całym świecie. W tym miejscu muszę wyznać, że od pewnego czasu chodzi mi po głowie pomysł na spektakl o wiele mówiącym tytule „Światła i Nokturny”, który jednak pragnąłbym napisać i wystawić wspólnie z jakimś polskim dramaturgiem i reżyserem; spektakl, który ukazywałby podobieństwa pomiędzy tymi dwoma artystami, jakiekolwiek by one nie były. Kto wie, może ktoś czytając te słowa odpowie i podejmie się tego wyzwania.
Wracając jednak do rzeczy, pierwsze, co chciałbym ogłosić jest to, że nasza grupa teatralna w Warszawie przyjęła nazwę Compagnia Teatrale Italiana „Esperiente” – przydomek Filippo Buonaccorsi, członka Rzymskiej Akademii, zwanego także "Kallimachem". Filippo Buonaccorsi był toskańskim uczonym żyjącym w XV-tym wieku, który przeprowadziwszy się do Polski, szerzył kulturę swojego kraju. A przydomek "Esperiente” wymyślił i sobie przypisał, aby dać wyraz celom, które mu przyświecały – przybył do tego kraju, w celu eksportowania doświadczeń (eksperiencji – przyp. red.), a także importowania doświadczeń (eksperiencji – przyp. red.), a więc nie tylko aby nauczać, ale także uczyć się nowego. I to właśnie, na pewno w jakimś stopniu, jest celem naszej grupy teatralnej, otwartej dla wszystkich, profesjonalnych aktorów, amatorów, Włochów, Polaków, którzy mają ochotę się do nas przyłączyć. Oto poniżej, opracowane do końca moje reżyserskie uwagi do spektaklu „L’Uomo Caravaggio”, którego premierę zaplanowano na koniec roku. Kto wie, może w międzyczasie, jakaś inna grupa teatralna działająca w Warszawie, zaproponuje wystawienie tej sztuki w polskiej wersji językowej.
Jako reżyser, ale także, jako autor tej Jednoaktówki i przede wszystkim, jako zapalony badacz życia i twórczości Caravaggio, zestawiwszy wielorakie, często ukazujące się w prasie wypowiedzi i publikacje na temat tego malarza, przytoczyć chcę poniżej niektóre ze zgromadzonych tu i tam komentarzy uznanych historyków oraz niektóre moje przemyślenia i uściślić, że Caravaggio:
-Nie „ucieleśnił” świętości w swoich obrazach; a wręcz odwrotnie – „wyświęcił” cielesność.
-Nie malował tylko rzeczywistości; on tworzył z rzeczywistością związek w dramatyczny i bardzo bezpośredni sposób.
-Nie był bijatyką i malarzem wyklętym; jego agresja rodziła się zawsze w odpowiedzi na agresję innych osób i kiedy zabił Ranuccio Tommasoni, zrobił to z orbonie własnej.
-Nie był samotnikiem; ale człowiekiem ceniącym wolność, dlatego też często przebywający w towarzystwie swojej własnej samotności.
-Nie miał popędliwego temperamentu; był raczej człowiekiem prostym, otwartym i oddanym, który brzydził się głupotą i nieuczciwością.
-Nie miał nauczycieli ani uczniów; był klasycznym malarzem epoki baroku, pierwszym we Włoszech uwieczniającym martwą naturę.
-Nie przygotowywał wcześniej szkiców swoich obrazów; nacinał gruntowane płótno trzonkiem pędzla i na tak przygotowanym materiale malował od ręki.
-Nie malował tylko na płótnie: wykonywał również znakomite miedzioryty.
-Nigdy nie malował techniką enkaustyki, jak Ludovico Carracci; za to tak, jak on malował farbą olejną na tynku.
-Nie był pierwszym, który wzorował się na żywych modelach, malując często portrety – odbicia w lustrze; już wcześniej inni malarze posługiwali się tę metodą.
Ciekawa jest wypowiedź Goffredo Silversti, zawarta w jego artykule opublikowanym na łamach La Repubblica.it z 19 lutego 2010, z którego to przytoczę następujący fragment:
- dochodzi wręcz do "przedawkowania" inicjatyw poświęconych Caravaggio upamiętniających 400-lecie jego śmierci. A oto niktóre z nich, inicjatywy podjęte:
- w ostatnich dziesięcioleciach, aby uczcić, a przede wszystkim "odkurzyć" życie i twórczość Michelangelo Merisi z pyłów, które w dobrej i złej wierze, z chęci wyróżnienia go lub z potrzeby zorganizowania jakiejś wystawy, która przyciągnęłaby zwiedzających. A wszystko to dozwolone gwoli uczczenia sławy „przeklętego malarza”;
- aby „osuszyć” zbiory jego dzieł, które przesadnie rozleklamowano, jako nowe „odkrycia” o unikalnej, nieporównywalnej z niczym innym jakości, podczas gdy sprawdzane wielokrotnie badania naukowe wskazują na istnienie 64 dzieł;
- aby zerbać wszystkich najważniejszych uczonych i badaczy, zarówno włoskich, jak i zagranicznych, specjalistów i nie, i rozszyfrować „tajemnicę Caravaggio";
-aby „odczytać” jego obrazy poprzez naukową analizę, która wykracza poza to, co namalowane na płótnie i odkrywa zaskakującą technikę malarską”.....
A oto kolejny fragment artykułu, który uważam za warty przytoczenia przy tej okazji:
"Kierowany być może lekko przesadzoną wiarą w moc dokumentów, badań i analiz porównawczych, Maurizio Calvesi ma nadzieję, że w końcu będzie mógł:
Przywrócić prawdziwego Caravaggio i uwolnić od krążącej na jego temat opinii o wczesnych początkach (płótna Contarelli, pierwsze zlecenie publiczne, malarz wykonał mając 28 a nie 17 lat.
„sprostować, że nie pochodził z biednej rodziny, a wręcz zamożnej” .
„uwolnić go od bajki na temat zapędów homoseksualnych: spotykał się wyłącznie z kobietami, a tylko przez kłótnię i zamordowanie Tomassoni, przyczyn wszystkich jego kłopotów, narodziły się także problemy z kobietami.
„obalić mit na temat tego, że był niewierzący, naruszając boże prawa: Caravaggio człowiekiem głęboko wierzącym, prawdziwym Lombardczykiem, związanym z kręgami boromejskimi, których nazwa pochodzi od nazwiska mediolańskiego kardynała Federico Borromeo (humanisty, założyciela Biblioteki Ambrozjańskiej, reformatora Kościoła i człowieka bardzo zaangażowanego w działania charytatywne).
Absolutnie fantazyjne, według mnie kolejne stwierdzenia, które warto przytoczyć tu w skrócie i uzupełnić tym samym tę analizę: pierwsze stwierdzenie, na temat Caravaggio pochodzi od prof Silvano Vinceti:
„Najprawdopodobniej nie umrł na malarię, a na syfilis, co potwierdziły badania przeprowadzone pod kierunkiem Uniwersytetu w Bolonii, przy wsółpracy Cedad, Uniwersytetu w Salento oraz Centro Ricerche Ambientali w Ravennie.
„niektóre elementy szkieletu zostały rozpoznane, jako należące do Caravaggio, odnalezione w zbiorowym grobie na cmentarzu w Porto Ercole.
I w końcu ostatni komentarz pochądzący od Andrew Graham-Dixon, znanego angielskiego krytyka sztuki, który mówi, że:
Caravaggio był zaciekłym obrońcą prostytutek, osobą nierozsądną, gotową zabić dla miłości i pożądania, że podobno miał córkę z nieprawego łoża ze związku z Lavinią, żoną Ranuccio Tomassioni, który miał zostać zamordowany w wynikającym z konfliktu pojedynku z Merisi, a nie w wyniku kłótni o punkty w grze typu tenis.
Tak więc to moje dzieło teatralne, poddawane ciągłym rewizjom, zrodziło się z całej masy spostrzeżeń, teorii i twierdzeń, których część przytoczyłem powyżej, a przede wszystkim z tych dotyczących historii życia człowieka w całej złożoności jego psychiki, więc i tym razem postanowiłem zatytuławać spektakl „L’Uomo Caravaggio” (Człowiek Caravaggio), podobnie jak wcześniej książkę wydaną w Rzymie w 1995 roku przez AETAS, aprobowaną przez Prof. Miną Gregori i opatrzoną wstępem Prof. Stefanii Macioce.
Dlatego też szczególną uwagę poświęcam w tej sztuce na podkreśleniu znaczenia Michelangelo Merisi. Zresztą – jak wspomniałem już pisząc w kwietniowym numerze o innym moim spektaklu poświęconym Kardynałowi Felińskiemu, wystawionym w Warszawie – moją rolą nie jest krytyka czy badanie historii sztuki, ale bycie człowiekiem Teatru, skłonnym dotrzeć do najgłębszych zakamarków ludzikiej duszy, bycie górnikiem w grotach ludzkich uczuć, który dotarł do tego miejsca dzięki wytrwałym badaniom, odkrywając tę właśnie kopalnię, którą stanowiły serce i umysł Caravaggio. A moja propozycja polega na stworzeniu teatru słowa, a równocześnie obrazu, fikcji, mieszanki klimatów, rekonstrukcji onirycznych, z elementami sztuki Pasoliniego, gdzie na tyłach sceny, na drugim planie kręcą się szekspirowskie postaci, zawieszone w przestrzeni i oświetlone tylko światłami reflektorów. A to, co wyjątkowe: do scenicznej ścieżki dźwiękowej wykorzystam między innymi madrygały i motety pochodzące z partytur namalowanych przez Caravaggio na obrazach „Suonatore di liuto” (Lutniarz) oraz „Riposo nella fuga in Egitto” (Odpoczynek w czasie ucieczki do Egiptu”. Miłej rozrywki!(Artykuł Alberta Macchiego, “Gazzetta Italia”, Pażdziernik 2010)

La Compagnia Teatrale Italiana “Esperiente” di Varsavia, ancora in scena con “L’Uomo Caravaggio”:
Venerdì 4 Febbraio ha avuto luogo la seconda rappresentazione della commedia “L’uomo Caravaggio” ancora nel Teatro Oratorium di Varsavia, con la Compagnia Teatrale Italiana “Esperiente” di Varsavia, per l’Europa.
Si tratta, come già molti sanno, dell’omonima opera teatrale scritta dallo stesso regista, Alberto Macchi che, a Varsavia solo dal maggio 2009, è già riuscito a raccogliere attorno alla sua iniziativa un gruppo eterogeneo di volontari che, non senza sacrificio personale, si sono impegnati a fondo permettendoci ora di assaporare, dopo i due gustosissimi spettacoli -unici e irripetibili- regalatici nel 2009 dalla (disciolta?) Compagnia della Calza, una nuova performance in lingua italiana nell’anno che commemora i 400 anni dalla morte del pittore lombardo.
Chi aveva visto il primo spettacolo del Caravaggio, non può non aver preso atto (mi si consenta il gioco di parole, parlando di teatro) in questo secondo, dei cambiamenti lievi -ma rilevanti nell’economia della commedia- intervenuti a distanza di tre mesi.
Quello che era una rappresentazione peraltro ben eseguita sotto molti profili, dalla recitazione sufficientemente precisa anche nelle scene più vivaci con stretto intersecarsi di più voci alle scene lente di apertura che servono ad inquadrare storicamente luoghi e tempo della vicenda, ai bei costumi ed altro, ma che soffriva sotto altri aspetti è divenuto uno spettacolo in grado di intrattenere chi vi assiste per tutta l’ora e mezzo dell’unico atto benché la struttura della pièce consti di episodi staccati l’uno dall’altro come riappaiono dalla memoria della protagonista, 34 anni dopo la morte del pittore e apparentemente privi di continuità seppur in consecuzione cronologica.
La cornice dello spettacolo che si apre e si chiude nel medesimo luogo e maniera viene infatti riempita da flash-back più o meno brevi, diversi a seconda dell’aspetto umano di Caravaggio che l’autore ha inteso evidenziare ma tutti riconducibili al Leitmotiv della solitudine vissuta come condanna di un uomo fuori dell’ordinario ad emozioni, impulsi e comportamenti intensissimi che lo sospingono al limite del baratro che, infine, ineluttabilmente, ne avrà ragione.
E Caravaggio è stato straordinario sia come uomo -e per ciò stesso amato da Lena, la protagonista- sia come artista -per questo ammirato e protetto dal Cardinale Del Monte (altro personaggio ben delineato nella commedia).- Le due figure sono interpreti di un intensissimo dialogo in cui confessano l’uno all’altra la propria impotenza liberare il pittore dalle sue stesse intemperanze, principalmente, ed a scongiurarne dalla rovina incombente.
Per diversi motivi la seconda rappresentazione, certamente non ultima la tensione emotiva provata nell’occasione precedente dagli attori, molti al debutto, ha offerto maggiore dinamicità e brio nelle scene più vivaci e un più forte afflato in quelle dai toni pacati e intimi. Sul palco i movimenti sono apparsi decisamente più sciolti e l’energia profusa dagli interpreti nell’immedesimarsi nel ruolo ha potuto trasmettersi al pubblico più facilmente che in occasione dell’ “anteprima”.
Ecco, dunque, che tra i diversi episodi susseguitisi, destando il precedente un’intensità perdurante fino all’inizio del successivo, quasi ad introdurne l’incipit, lo stacco –credo anche più breve- è parso meno netto a sostegno del ritmo espositivo della commedia nel suo insieme.
Resta forse ancora da rivedere qualche sbavatura sotto il profilo tecnico come le voci pre-regitrate che andrebbero proposte con l’ausilio di attrezzatura più idonea e, ma qui entriamo in un campo delicato, il vocabolario non sempre agevole per spettatori non sufficientemente in grado di apprezzare e comprendere un linguaggio italiano non quotidiano.
Se molte espressioni deliziano lo spettatore italiano di media cultura, pare velleitario pretendere che siano comprese appieno dallo straniero. Passaggi del testo per quanto ben studiati e precisi, siccome riferiti a momenti sintomatici della vita del Caravaggio a Roma, potrebbero essere resi in termini più semplici.
Un esempio: la scena c.d. “degli inquisitori” in cui una voce registrata elenca le vicissitudini giudiziarie del pittore è importante per capire la sua insostenibile situazione ambientale che lo porta a lasciare Roma da fuggiasco, ma la staticità della scena, la voce registrata ed i termini giuridici del testo non giovano ad attrarre lo spettatore verso l’effetto drammatico.
Starà ad Alberto Macchi il trovare, se lo vorrà, –alquanto dolorosamente, immagino – un compromesso confacente alle aspirazioni del pubblico non italiano senza detrimento per la bellezza del testo attuale.
Persuaso che sapranno sorprenderci ancora, non resta che complimentarci e formulare i migliori auspici ad Alberto ed ai Suoi per le prossime occasioni del “Caravaggio” e per gli altri spettacoli che sappiamo essere in preparazione. (Daniele Mosconi, Gazzetta Italia, Varsavia Febbraio 2011)

Włoska Grupa Teatralna ”Esperiente” na scenie z ”Uomo Caravaggio”:
W piątek, 4 lutego, odbyło sie drugie przedstawienie komedii pod tytułem „L’uomo Caravaggio”, które można zobaczyć w Teatrze Oratorium w Warszawie. W przedstawieniu występuje włoska grupa teatralna „Esperiente”, która działa w Warszawie oraz Europie.
Chodzi tutaj, jak wiele osób zapewne wie, o przedstawienie o tym samym tytule, napisane przez reżysera Alberto Macchi. Udało mu się, zaledwie od maja 2009 roku w Warszawie, zgromadzić grupę chętnych, którzy również dzięki własnym poświęceniom, zaangażowali się w pełni abyśmy mogli podziwiać, po dwóch wcześniejszych, jedynych w swoim rodzaju, przedstawieniach, zaprezentowanych w 2009 roku przez (rozwiązaną?) grupę teatralną Compagnia della Calza, nowe przedstawienie w języku włoskim, które upamiętnia 400 rocznicę śmierci lombardzkiego malarza.
Ten, kto widział pierwszy spektakl o Caravaggio, nie mógł nie zauważyć podczas drugiego przedstawienia drobnych, ale znaczących dla komedii zmian, wprowadzonych po okresie trzech miesięcy.
Przedstawienie, które było dobrze przygotowane pod wieloma względami: poczynając od gry aktorskiej dostatecznie dokładnej w scenach bardziej żywiołowych, gdzie głosy krzyżowały się, jak również w wolniejszych scenach, które służyły nakreśleniu tła historycznego, a kończąc na pięknych kostiumach i innych aspektach, kulało pod innymi względami. Niemniej jednak teraz jest to przedstawienie, które jest w stanie przykuć uwagę widza przez całe półtorej godziny trwania jednego- jedynego aktu. Struktura spektaklu składa się z epizodów niezależnych jeden od drugiego, które ukazują sie zgodnie ze wspomnieniami głównej bohaterki, 34 lata po śmierci malarza. Na pozór epizody te pozbawione są ciągłości, mimo iż następują chronologicznie.
Rama spektaklu, która otwiera i zamyka się w ten sam sposób i w tym samym miejscu, pozwala na ukazanie krótszych bądź dłuższych scen typu flash-back. Są one różne w zależności od aspektów ludzkich Caravaggio, które autor chciał ukazać. Wszystkie one prowadzą jednak do głównego motywu, jakim jest samotność, na którą skazany jest malarz o nieprzeciętnych emocjach, impulsach i zachowaniach popychających go na granice przepaści, lecz nad którymi uda mu się zapanować.
Caravaggio był nadzwyczajny zarówno, jako człowiek- kochany za to przez jedną z głównych bohaterek Lene, zarówno, jako artysta- podziwiany i otoczony opieką Kardynała Del Monte (kolejna postać komedii dobrze zbudowana). Obydwie postaci odgrywają niesamowity dialog, podczas którego przyznają się oboje do swojej niemocy, aby poskromić niepowściągliwość malarza oraz uchronić go od nieuchronnego zniszczenia.
Pod wieloma względami drugie przedstawienie, gdzie debiutowało wielu aktorów, a trema nie była mniejsza niż podczas wcześniejszego spektaklu, cechuje się większym dynamizmem oraz werwą w scenach żywiołowych a tym samym odczuwalna jest większa inspiracja w scenach stonowanych i intymnych. Ruch sceniczny był zdecydowanie bardziej swobodny a energia, z którą aktorzy odgrywali swoje role przeniosła się na publiczność o wiele łatwiej niż podczas pierwszego pokazu.
Przerwa, myślę nawet, że krótsza, między różnymi epizodami, które po sobie następowały, gdzie poprzedni wzbudza napięcie aż do momentu rozpoczęcia następnego, stanowiąc prawie jego wprowadzenie, wydaję się być mniej wyraźna, co działa na korzyść rytmu przedstawienia komedii.
Pozostaje jeszcze jedynie dokonanie kilku poprawek pod względem technicznym. Przykładem mogą być nagrane wcześniej głosy, które powinny być puszczane przy pomocy lepszego sprzętu. Wkraczamy tutaj na delikatne pole, bowiem słownictwo może być trudne dla widza, który nie jest w stanie dostatecznie zrozumieć oraz docenić język włoski nie współczesny.
Wiele wyrażeń sprawia przyjemność widzowi włoskiemu o średniej kulturze. Jednak było by już przesadą wymagać, aby zostały one zrozumiane przez cudzoziemca. Dlatego też niektóre części scenariusza, mimo iż dokładne i dobrze dopracowane, powinny zostać wyrażone łatwiejszym językiem. Przede wszystkim, dlatego iż odnoszą sie one do najważniejszych momentów życia Caravaggio w Rzymie.
Jako przykład może posłużyć scena tzw. „Inkwizycji”, gdzie nagrany głos wymienia wszystkie perypetie prawne malarza. Jest ona szczególnie ważna, aby zrozumieć niezwykle trudną sytuację życiową Caravaggio, która doprowadza go do ucieczki z Rzymu. Jednak statyka sceny, nagrany głos oraz wszystkie terminy prawne nie sprzyjają ukazaniu widzowi efektu dramatycznego.
Reżyser Alberto Macchi będzie musiał, wyobrażam sobie, że z przykrością, znaleźć kompromis, aby sprostać oczekiwaniom publiczności nie włoskiej, a przy tym nie zaszkodzić aktualnemu scenariuszowi.
Jestem pewien, że jeszcze nas zaskoczą. Na razie nie pozostaje mi nic innego jak złożyć gratulacje i najlepsze życzenia reżyserowi Alberto i całej jego grupie na przyszłe przedstawienia „Caravaggio” oraz inne spektakle, które wiemy, że są przygotowywane. (Daniele Mosconi, Gazzetta Italia, Warszawa Luty 2011)


"La Cena di Emmaus" dei e con i docenti dell'Accademia delle Belle Arti di Varsavia

"La Cena di Emmaus" di Michelangelo Merisi.

"La Madonna di Loreto", olio su tela di Caravaggio.

"La Donna di Portone", incisione di Pinelli.


"L'Uomo Caravaggio": l'autore e il protagonista
Prossimamente andrà in scena a Varsavia "L'Uomo Caravaggio" in versione polacca. Drammaturgia e regia di Alberto Macchi
Wkrótce odbędzie się w Warszawie "Człowiek Caravaggio" w polskiej wersji. Scenariusz i reżyseria: Alberto Macchi
 
COMMENTI:
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Bravissimo - way to go! Il pubblico polacco deve essere molto grato d'averti là!
Kinga Araya - Artista Polonia-U.S.A.-Italia.
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Caro Amico, ... le diverse e sempre tanto significative realizzazioni del Tuo teatro ...
Stanisław Widłak - Università di Cracovia.
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Caro Macchi, grazie per la comunicazione dello spettacolo "L'Uomo Caravaggio", nostro comune amico. Tanti auguri e saluti.
Mina Gregori - Presidente Fondazione Roberto Longhi di Firenze.
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Ciao Alberto! Sono molto contenta, bravissimo! Adesso ti posso capire, che cosa significhi innamorarsi di un personaggio della Storia. Ti ruba i pensieri e senti costantemente la sua presenza... Il tuo è Caravaggio, il mio è Chopin. E' un'avventura incredibille, affascinante che vale la pena di vivere.
Elwira Romańczuk - Attrice Polonia-Italia.
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Wokół biografii Caravaggia narosło wiele niesprawiedliwych mitów. Włoski reżyser i pisarz Alberto Macchi rozprawia się z wieloma z nich.
Barbara Gruszka-Zych - Giornalista Go ść Niedzielny di Katowice.
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Che la vostra Compagnia Teatrale diventi famosissima!
Jerzy Miziołek - Università di Varsavia.
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Non esiste un'opera originale accertata di Caravaggio in Polonia, ma ormai da qualche anno lo spettacolo "L'Uomo Caravaggio" compare nei teatri di Varsavia a ricordarci il grande pittore barocco italiano, così come la pubblicazione del testo ormai si può trovare nelle varie biblioteche delle più importanti città polacche.
Angela Sołtys - Studi e Ricerche Storiche Castello Reale di Varsavia.
Nie ma w Polsce pewnych dzieł Caravaggia, ale od kilku już lat spektakl "L'Uomo Caravaggio" wystawiany jest w teatrach Warszawy, przypominając o wielkim malarzu włoskiego baroku, tak samo jak tekst sztuki, ktory można znaleźć w bibliotekach w największych miastach Polski.
Angela Sołtys - Zamek Królewski w Warszawie.
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… ucieszyłam się bardzo z kontaktu z Waszą grupą, bo bardzo poszukujemy aktorów innych narodowości lub przynajmniej dobrze znających jakiś inny język poza polskim. Zapraszam do współpracy przy wszelkich projektach reklamowych, serialowych i filmowych. ... Pozdrawiam i czekam na wieści,
Ewa Rączy-Górnowicz - Impresariat Skene w Warszawie.
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Che bella manifestazione! Grazie! Con un caro saluto,
Elżbieta Jamrozik - Università di Varsavia.
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Complimenti per la vostra attività teatrale in Polonia.
Marian Rola - Rettore Collegio Polacco di Roma.
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Caro Alberto, grazie ... per la Tua continuazione della tradizione italiana in terra polacca.
Barbara Gluska-Trezzani - Circolo Culturale Italo-Polacco in Lombardia / Polsko-Włoskie Koło Kulturalne w Lombardi
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Congratulazioni! Che bello!!!
Alicja Płonka - Soprano Polonia-Italia.
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Caro Alberto, complimenti per la tua indefessa attività. Chissà che non si possa portare Caravaggio anche a Roma?
Enzo Borsellino - Università di Roma.
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Salve Alberto, Ti ringrazio per tutto quello che fai per i ragazzi.
Irmina Sołowiej - Teatro del Centro di Cultura e Arte di Sedlcie / Centrum Kultury i Sztuki w Siedlcach
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Dziękujemy za występ i tak wspaniałe przygotowanie młodzieży. 
Barbara Kordas - Dyrektor Gimnazjum i Liceum im. Stefana Batotorego w Warszawie.
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