martedì 14 luglio 2015

ARCANGELA PALADINI BROOMANS (Biografia in work-in-progress)



CRONOLOGIA DELLA VITA DI
ARCANGELA PALADINI BROOMANS
 (in work -in-progress e in aggiornamento)



1596        ARCANGELA o ARCANGIOLA PALADINI nasce a Pistoia il 29 settembre da FILIPPO PALADINI o PALLADINI o PALLADINO o PALADINO di LORENZO,  pittore e musicista pistoiese.e da PERSIA CILLI. Ha due fratellastri, LORENZO, di almeno dieci anni più grande di lei e ISIDORO, oltre a due sorelle, BARBERA, nata il 17 luglio 1594 e AURORA, battezzata il 31 agosto 1599.

1600        Suo padre lavora a Pisa e i suoi fratellastri già lo seguono come allievi nella realizzazione del  mosaico sul portale destro del Duomo di Pisa, raffigurante “San Giovanni Evangelista”, oggi andato distrutto.

1601        Arcangela e le sorelle crescono in casa prevalentemente sole con la madre. Suo padre è a Livorno per collaborare alla decorazione della Loggia di Piazza Grande.

1602        Continua a crescere in casa con sua madre e con le sue sorelle.

1603        Già manifesta le sue prime doti di artista imbrattandosi le mani con le terre e i colori nella bottega di suo padre. Sua madre raggiunge suo marito a Pisa, con tutti i figli dove egli è impiegato dall’agosto a dipingere alcune illustrazioni botaniche presso il Giardino de’ Semplici.

1604        Suo padre FILIPPO, con a fianco LORENZO e ISIDORO, affresca il Chiostro di Santo Stefano a Pisa, con un "Santo Stefano adorante il Crocifisso", oggi andato perduto. Nasce LUCA, un fratellino, che viene battezzato a Pisa il 18 ottobre.

1605        Suo padre inizia i lavori del mosaico della Porta di San Ranieri a Pisa, sempre affiancato da LORENZO e ISIDORO.

1606        Suo padre termina i  lavori del mosaico della Porta di San Ranieri a Pisa, affiancato da LORENZO.

1607        ARCANGELA si dedica già alla pittura, alla poesia, al ricamo, all'arte degli arazzi, alla musica e al canto, mentre suo fratello LORENZO aiuta suo padre nel lavoro di decorazione costituito da gigantesche figure della "Virtù" e delle "Arti", inframmezzate da "Putti con Ghirlande e Stemmi”, sulla facciata principale del Palazzo dell’Orologio a Pisa.

1608        Si forma nell’eccellente scuola di Pisa, fondata da BACCIO LOMI GENTILESCHI, insieme ad AURELIO LOMI GENTILESCHI, allievo anche del BRONZINO e del CIGOLI, ORAZIO LOMI GENTILESCHI, ARTEMISIA LOMI GENTILESCHI, ERCOLE BEZZICALUVA, GIOVANNI DEL SORDO, ZACCARIA RONDINOSI e ORAZIO RIMINALDI, GIOVANNI STEFANO MARUCELLI, DOMENICO BONGI, CAMILLO GABRIELLI GIUSEPPE MELANI. Muore a Pisa suo padre lasciando sospesi i lavori presso il Palazzo dell’Orologio, che vengono ultimati da STEFANO MARUCELLI.

1609        ARCANGELA lascia la casa materna perché viene richiesta alla Corte di Firenze da MARIA MADDALENA D'AUSTRIA e da suo marito COSIMO II DE' MEDICI Granduca di Toscana.

1610        Abitando alla Corte del Granduca, ha modo d’incontrare GALILEO GALILEI, richiamato in Toscana da COSIMO II perché torni ad insegnare all’Università di Pisa.

1611        Ricama per CRISTINA DI LORENA e per MARIA MADDALENA D’AUSTRIA.

1612        Si esercita nell’arte degli arazzi, oltre che nella pittura, seguita dal suo maestro JACOPO LIGOZZI.

1613        Viene affidata dal Granduca al Maestro di musica GIOVANNI CACCINI che, a sua volta, l’affianca a sua figlia, la cantante FRANCESCA CACCINI detta CECCHINA, perché si eserciti nel canto. 

1614        Viene presentata dalla Granduchessa al Maestro di arazzeria presso la Corte del Granduca, JAN BROOMANS, di Anversa, figlio di JAN BROOMANS. Questi, insieme ad un tappezziere di Anversa, PEIERRE VAN ASSELT, è iscritto alla Confraternita di Santa Barbara dei Fiamminghi in Firenze, una prestigiosa comunità dei Paesi Bassi che raccoglie tessitori, ricamatori e tappezzieri. ARCANGELA affina anche l’arte della poesia, sperimentando anche l’improvvisazione. La Granduchessa Madre CRISTINA DI LORENA, che l’ha presa sotto la sua tutela, la fa educare nel Monastero di Sant'Agata in Firenze.

1615        Il 22 gennaio ARCANGELA canta in compagnia della CECCHINA e del musico della Cappella Papale GIANDOMENICO PULIASCHI. Il 15 aprile, Mercoledì Santo, COSIMO II ode la messa a letto perché malato. Poi vuole che si dia anche il tradizionale Concerto di Musica Sacra in camera sua, con FRANCESCA CACCINI e le sue allieve ARCANGELA PALADINI e VITTORIA ARCHILEI, oltre al castrato DONI e al Maestro di Cappella MARCO DA GAGLIANO. ARCANGELA ormai gode di sì tanta considerazione da parte del Granduca che egli la incarica di reperire, per suo conto, nuove cantatrici tra quelle che solitamente si esibiscono nelle osterie in città, come fanno la NAPOLETANA, GIOVAN BATTISTA DONI e VITTORIA DONI; il Granduca la incarica inoltre di fare gli onori di casa ad alcuni suoi ospiti. Il 20 agosto canta di nuovo con MUZIO EFFREM in camera del Granduca sempre più malato. ARCANGELA realizza l’arazzo “La Strage degli Innocenti”, affidatole dal suo Maestro di arazzeria e pittura JACOPO LIGOZZI, su commissione della Granduchessa MARIA MADDALENA D’AUSTRIA.

1616        Sposa GIOVANNI BROOMANS (o BROHOMANS o BROOKMAN o BROEMANS o BROWMANS), uomo religiosissimo, sempre più ricco e ormai affermato Maestro di disegno, di ricamo e di arazzeria. Il 9 aprile canta per la prima volta durante le funzioni della Settimana Santa nella Chiesa di Santa Felicita a Firenze, collegata a Palazzo PITTI da un corridoio interno, insieme alla sua maestra di canto titolare della scuola di musica di Palazzo PITTI, la famosissima FRANCESCA CACCINI detta CECCHINA. ARCANGELA esegue l’olio su rame “La Strage degli Innocenti” da JACOPO LIGOZZI, affidatole dal suo Maestro di arazzeria e pittura JACOPO LIGOZZI, su commissione di CRISTINA DI LORENA.

1617        Durante una sua esibizione stupisce tutti i presenti con sì graziosa e devota maniera, mentre rappresenta con l’azione e col canto “Santa Cecilia”. Quindi data la sua grazia, la sua bellezza e la sua connessione con la musica, viene scelta dalla pittrice ARTEMISIA GENTILESCHI per posare come modella nel suo quadro ‘’Santa Cecilia’’. Ha una prima figlia che chiama MADDALENA in omaggio all’Arciduchessa MARIA MAGDALENA D’AUSTRIA sua protettrice. Il Maestro MUZIO EFFREM, docente di DOMENICO SARTI, intanto ha composto e rappresenta per MARIA MADDALENA D’AUSTRIA e per CRISTINA DI LORENA, “Le Amazzoni di Dio”, riservando il ruolo di Sant’Orsola ad ARCANGIOLA, uno spettacolo musicale tratto dall’opera originaria “La Regina Sant’Orsola”, di ANDREA SALVADORI. ARCANGELA tiene a battesimo, assieme al Marchese SINOLFO OTTIERI, una figlia di JACOPO CICOGNINI poeta dell’Accademia degli Infiammati, il quale morirà suicida qualche anno dopo, gettandosi dalla finestra di casa. SINOLFO OTTIERI è il ‘Gentiluomo di Camera’ del Granduca, sposato con la figlia del ‘Segretario di Stato’, ma è un tipo poco raccomandabile. Si spaccia anche per musicista, compositore e al momento è processato per aver avuto rapporti sessuali con una suora di clausura nella cella d’un monastero di Firenze, appoggiato da MUZIO EFFREM, il cantante, collega e amico di ARCANGELA.

1618        Ha una seconda figlia che chiama NEERA, NEREA o NEEREA.  La sera dell'Epifania ARCANGELA riprende a cantare e si esibisce con così tanta passione per il Granduca che questi le regala una catena d'oro e duecento scudi. Il 13 gennaio canta ancora una volta con MARZIO EFFREM per il Granduca. Cantano altre sue colleghe Maria Botti Emilia Grazi. Il 28 febbraio COSIMO II, malato ormai da tempo di tisi, muore lasciando un vuoto profondo a Corte. Appena un mese dopo, il 2 aprile, Mercoledì Santo, le consuete funzioni in Santa Felicita si svolgono egualmente; per cui in quell'occasione tutti gli artisti della Corte, compresa ARCANGELA PALADINI, si esibiscono, come ogni anno, con musiche e cori. Il 21 agosto GIOVANNI BROOMANS acquista la villa fuori di Porta Romana a Firenze, da MARSILIO D’ALESSANNDRO STROZZI, detta “Villa di Monte Olivato”.

1619        Per accudire le sue figlie non può ancora riprendere a cantare, allora si dedica alla composizione musicale e alla poesia. Scrive così le “Rime Ausonie” e improvvisa versi, affascinando tutti gli eruditi presenti ai salotti. Malgrado l'Arciduchessa MARIA MADDALENA D’AUSTRIA e la Granduchessa Madre CRISTINA DI LORENA abbiano disposto che non vengano più rappresentati spettacoli musicali a Corte in quanto esse prediligono le messe e i sermoni, il 23 marzo, approfittando del fatto che i componenti più importanti della Corte si trovano fuori sede per un soggiorno a Pisa, ARCANGELA PALADINI BROOMANS, FRANCESCA SIGNORINI CACCINI e MARZIO EFFREM vengono convocati dagli altri perché si esibiscano per il loro. Pubblica le sue composizioni poetiche sul “Parnaso Italiano”.

1620        Suo marito GIOVANNI decide di acquistare la “Villa di Monte Olivato” che sembra, un tempo, fosse stata già di proprietà del precedente Granduca di Toscana FRANCESCO I. E sembra sia stato COSIMO II, l’anno scorso, prima di morire, a suggerirgli una tale opportunità, per poter così finalmente vivere libero con la sua famiglia, in perfetta intimità, in casa propria, lontani della Corte divenuta sempre più un covo di gente intrigante e pettegola, oltre che insidiosa. ARCANGELA esegue ad olio su tela, un “Ritratto di LEOPOLDO DE’ MEDICI infante”. Poi per espresso desiderio di MARIA MAGDALENA D'AUSTRIA, dipinge un "Autoritratto" il quale verrà in seguito trasferito da LEOPOLDO DE’ MEDICI, una volta divenuto Cardinale, presso la Stanza dei Ritratti della Galleria Medicea di Firenze. Nel retro della tela c'è scritto: "Ser. M. Magdalenae Austriacae Jussu Manu Propria Se Pingeabat A. D. 1621".

1621        Il 18 (o l’8 ) ottobre ARCANGELA PALADINI muore improvvisamente a Firenze di tisi, probabilmente contratta dal Granduca, afflitto dallo stesso male, per averlo frequentato tanto assiduamente. Verrà onorata con splendidi funerali dalla sua protettrice e benefattrice, la Granduchessa MARIA MADDALENA D’AUSTRIA.

1622        AGOSTINO BUGIARDINI inizia a scolpire, per ordine di MARIA MADDALENA D’AUSTRIA che vuole così onorare ancora ARCANGELA PALADINI, un nobile mausoleo in cui figura il busto di lei e due figure in mezzo rilievo rappresentanti la Musica e la Pittura.

1623        AGOSTINO BUGIARDINI continua a scolpire il mausoleo di ARCANGELA PALADINI BROOMANS.

1624        AGOSTINO BUGIARDINI muore avvelenato per cui le due figure in mezzo rilievo rappresentanti la Musica e la Pittura, vengono finite dal suo allievo ANTONIO NOVELLI. ANDREA SALVADORI o SALVATORI, come MICHELANGELO IL GIOVANE, autore di molti componimenti per musica, detta l'iscrizione funeraria da scolpire sulla sua tomba. Il mausoleo con tutti questi elementi, viene collocato all'interno della Chiesa di Santa Felicita, ma verrà poi trasferito sotto la loggia di detta chiesa. L'epicedio dice: "D. O. M. - ARCANGELA PALLADINIA JOANNIS - BROOMANS Antuerpiensis uxor - Cecinit Hetruscis Regibus - nunc canit Deo - Vere PALLADINIA quae Palladem - acu Apellem coloribus - cantu aequavit Musas - Obiit anno suae aetatis XXIII - Die XVIII octobris XDCXXII. - Sparge rosis lapidem, coelesti innoxia cantu - Tusca iacet Syren, Itala Musa iacet".

1632        La prima figlia MADDALENA BROOMANS, quindicenne, anche lei cantante come sua madre – che sarà già famosa appena ventenne – il 18 giugno entra a far parte della Comunità Musicale di San Girolamo presso la Corporazione di San Girolamo della Costa a Firenze nel Monastero delle Suore Francescane. (Nello stesso periodo esiste anche l’Oratorio di San Girolamo della Carità a Roma), frequentata già da FRANCESCA E SETTIMIA, figlie di GIULIO CACCINI. Con lei accedono OLIMPIA LANDUCCI, nipote di GALILEO GALILEI, CATERINA MARTINELLI e la decenne MARGHERITA SIGNORINI, figlia di FRANCESCA CACCINI. Sue cantanti contemporanee, sono Liliana Mattagnani, Ilaria Guicciardini, Agata Casetta e i cantanti Andrea Rothe, Giuseppe Rosi, Giovanni Cabras.

1633        GIOVANNI BROOMANS, ormai vedovo da undici anni, sposa LAURA RICCI, una giovane fiorentina, figlia di DOMENICO RICCI.

1636        (?) NEERA BROOMANS, diciottenne, sposa GIUSEPPE VERDI di Firenze. Suo padre GIOVANNI BROOMANS le dona la “Villa delle Scalere” da portare in dote per il suo matrimonio.




OPERE LETTERARIE DI
ARCANGELA PALADINI BROOMANS
(esistenti e da rintracciare, comunque menzionate nei documenti negli archivi)


Opere da rintracciare


1.     Rime Ausonie 

Raccolta di composizioni in versi.

[del 1617?]

Firenze


2.Versi

Raccolta di composizioni poetiche

[del 1620?]

Sul “Parnaso Italiano”

Scritti per Fanciulli, [in:] “Letture di Famiglia”, Tip. Galileiana di M. Cellini e C., Firenze 1854, vol. 1




OPERE PITTORICHE DI
ARCANGELA PALADINI BROOMANS
(esistenti e non rintracciate, comunque menzionate nei documenti negli archivi)


Opere esistenti


1.             Autoritratto.

Scritta sul retro  ``Ser. M. Magdalenae Austriacae Jussu Manu Propria Se Pingebat A. D. 1621``

Olio su tela, 54,5x43,5 cm.

Restaurato nel 1967.

Galleria degli Uffizi, Firenze (Catalogo Generale: A/657)                             


Opere da rintracciare


1.             La Strage degli Innocenti.

Arazzo

Del 1615.

Su commissione della Granduchessa Maria Maddalena d’Austria, affidatole dal suo Maestro di Arazzeria e Pittura Jacopo Ligozzi.

Maria Giovanna Masera, Arcangiola Paladini, [in:]``La Rassegna Musicale``, Roma 1940-41-42, p. 50-53.


2.             La Strage degli Innocenti, da Jacopo Ligozzi.

Olio su rame

Del 1616.

Su commissione di Cristina di Lorena, affidatole dal suo Maestro di Pittura Jacopo Ligozzi.

A.S.F. Guardaroba Medicea 335 – inserto 1, e 5r. DANI, 1915, pp. 15-16

Lucilla Conigliello, Jacopo Ligozzi: le vedute del sacro monte della Verna : i dipinti di Poppi e Bibbiena, 1992.


3.             Ritratto di Leopoldo De’ Medici infante. Ne esiste un altro agli Uffizi, di Justus Sustermans, del 1622.

Olio su tela.

Del 1621 o 1622.

Esposto nella Galleria degli Uffizi, Firenze.

(Ambrogio Levati, Dizionario Biografico Cronologico: Donne illustri:, Voll 2-3, Nicolà Bettoni, Milano 1822)


4.             Ricamo

ago e filo su tessuto

Esposto nella Galleria Ducale di Pisa.

Elizabeth Fries Ellet, Women artists in all ages and countries, Harper & Brother, New York 1859, p. 60

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VIDEO SUL RINASCIMENTO E SUI MEDICI
https://www.youtube.com/watch?v=b3A7NozzCAc
https://www.youtube.com/watch?v=IiAvx7nCB7Q

(Foto da https://www.axisweb.org/p/vickicooke/)

“Frammenti di Arcangela Paladini”, di Vicki Cooke, del 2013, disegno / collage di 76 cm x 56 cm x 2 cm

RASSEGNA STAMPA

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https://prabook.com/web/arcangela.paladini/2595851
(in inglese)

BOOK WIKI


https://boowiki.info/art/peintres-italiens-du-xviie-siecle/arcangela-paladini.html

(in francese)








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0.200 - 20.1.19


ANNA IRENE DUCLOS PARENTI (Biografia in work-in-progress)




CRONOLOGIA DELLA VITA DI
ANNA IRENE DUCLOS PARENTI
(in work-in-progress e in aggiornamento)
 

1754    Nasce in Francia da JEAN-BAPTISTE DUCLOS, forse un ricco signore (?) originario di Bayonne, una cittadina della regione dei Pyrenées Atlantiques, oppure un Societaire de Le Groupe du Théâtre de Marais [una Compagnia Teatrale di Parigi dove ha lavorato l’attrice Marie-Anne de Châteauneuf, in arte M.lle DUCLOS].
1764    (?) Si trasferisce in Italia dalla Francia e si stabilisce a Firenze in una casa nei pressi del Duomo.
1765    (?) Per poter essere ammessa presso l’Accademia delle Belle Arti dipinge un “Autoritratto a figura intera”, ritraendosi acconciata alla turca, (tela attribuita in passato alla pittrice, sua contemporanea, TERESA ARIZZARA).
1767    (?) A Firenze sposa il pittore GIUSEPPE (?) PARENTI. Suo marito nel 1749 ha dipinto a Fucecchio alcuni affreschi nella Cupola dell’Oratorio di San Rocco alle Vedute, nello stesso anno a Firenze, ha dipinto “San Francesco di Sales”, presso l’Oratorio di San Girolamo e “San Francesco Poverello” e, nell’anno in corso, degli affreschi di San Bastiano, dentro la Chiesa della Venerabile Compagnia della Misericordia; egli, che ha studiato a Roma presso l’Accademia del Nudo del Cav. SEBASTIANO CONCA prima, a Firenze con VINCENZO MEUCCI poi, ha avuto come allieva la giovane pittrice e bulinista fiorentina ANNA GALEOTTI.
1768   Va a Roma a studiare la Pittura all’Encausto insieme a GIUSEPPE ALESSIO VALIANI [o VALLIANI] di Pistoia e a Miss EMMA JANE GREENLAND di Londra, presso la bottega dell'Abate Gesuita VINCENZO REQUEÑO Y VIVES, frequentata dai pittori CRISTOFORO UNTERPERGER, GIUSEPPE CADES, FELICE GIANI, LUIGI CAMPOVECCHIO e soprattutto da GIOVAN BATTISTA DELL'ERA. In casa del Cardinal STEFANO BORGIA a Roma sulla Salaria o a Velletri, due salotti frequentati da tantissime personalità, tra cui ENNIO QUIRINO VISCONTI, ha modo di apprezzare una Stele Funeraria greca del VI-V sec. a. C. in marmo bianco, raffigurante un atleta col proprio cane, che ricorda l’iconografia del successivo San Rocco.
1769    Si appassiona alla Poesia così incomincia a comporre versi e ad improvvisare accompagnandosi con la cetra. A Roma, frequenta l’Accademia dell’Arcadia dove ha l’opportunità d’incontrare alcune Pastorelle già famose, come: CATERINA CHRACAS, FORTUNATA SULGHER FANTASTICI in Arcadia TEMIRA PARRASIDE, MADDALENA MORELLI FERNANDEZ in Arcadia CORILLA OLIMPICA, TERESA BANDETTINI LANDUCCI, la Principessa PACHECO CAETANI col nome arcade di LEUCIPPE ERICINIA, la Principessa CHIARA SPINELLI BELMONTE, la traduttrice arcade LISENE VERISLIA, ecc.
1770    (?) Mentre è Custode GIUSEPPE BROGI dal nome arcadico ACAMANTE PALLANZIO, diviene Membro dell'Accademia dell'Arcadia insieme a JACOPO ALESSANDRO CALVI detto il SORDINO che, come pastore, si chiamerà FELSINEO MACEDONICO. Essendo una donna molto estroversa e dal temperamento alquanto trasgressivo, ella assume [o le viene assegnato] il nome arcade di LINCASTA ERICINIA, come a dire “L’ impudica Venere”. In primavera è di nuovo a Firenze. Qui frequenta la Locanda drll’“Aquila Nera” gestita dal Balì NICCOLO’ MARTELLI, ma di proprietà di PIO LOMBARDI E VINCENZO PETRARCHI, al centro della città, dove sono soliti alloggiare illustri personaggi, viaggiatori del Grand Tour e dove in questo periodo è ospite il quattordicenne WOLFGANG AMADEUS MOZART insieme a suo padre LEOPOLD. Il compositore austriaco suona, nella hall di quest’albergo, alcuni pezzi a due per violino insieme al musicista THOMAS LINLEY e qui si incontra con MARIA MADDALENA MORELLI FERNANDEZ, dalla quale riceve una poesia a lui dedicata. Un suo parente ANDREA PARENTI è Segretario di Corte del Granducato di Toscana. Per la sua Cancelleria gli viene riservata una stanza a Palazzo Pitti. Egli cura i pagamenti da sostenere per il viaggio di S.A. R. e per sé da Pisa a Roma, per la permanenza in detta città e più avanti per il viaggio di S.A.R. PIETRO LEOPOLDO Granduca di Toscana di andata a Vienna e del ritorno in Firenze.
1771    (?) Studia Geometria e Meccanismo del Corpo Umano con il Gesuita LUCIANO GERMANO RUGGIERO GIUSEPPE BOSCOVICH o BOSCHOVICZ  o  BOSCOWITZ poeta, in Arcadia col nome di NUMENIO ANIGREO, che insegna presso l’Università di Pavia, istituzione appena riformata da MARIA TERESA D’AUSTRIA, diretta da LORENZO SCAGLIOSI PANNIZZARI. In questa stessa Università studiano VINCENZO MONTI, CESARE BECCARIA, ALESSANDRO VOLTA.
1772    (?) Presso l’Università di Pavia studia Fisica ancora con il Prof. BOSCOVICH, dove un’altra donna, MARIA PELLEGRINI AMORETTI, si sta laureando in ‘Iure Utroque’. Conosce il nuovo Custode dell’Accademia dell’Arcadia GIOACCHINO PIZZI col nome arcade NIVILDO AMARINZIO, appena eletto.
1773    (?) Studia Pittura all’Encausto, ancora col Prof. BOSCOVICH il quale è sempre aggiornato circa le nuove tecniche di tale metodo, infatti dal 1765 costui è in corrispondenza epistolare con il grande esperto dell’Encausto, il M° ANTON MARIA LORGNA. Frequenta la Corte del Granduca di Toscana PIETRO LEOPOLDO. In giugno, presso la Reale Galleria esegue la sua prima copia, dietro concessione del Direttore RAIMONDO COCCHI, un “Ritratto del Cav. FRANCESCO REDI” e ben cinque “Autoritratti”, uno del CARRACCI, uno di CARLO MOOR, uno di CARLO DOLCI e due di ZAMPIERI, tutte tele che verranno poi esposte presso le Gallerie di Firenze. In luglio si incontra nella Galleria Reale con MARIA HADFIELD, una pittrice britannica residente a Firenze, bella e abilissima quattordicenne, sua rivale in pittura e in amore, anche se cinque anni più giovane di lei. Il 19 giugno esegue il suo primo “Autoritratto”.
1774    Segue il suo professore BOSCOVICH a Parigi dov’egli, da alcuni mesi, s’è trasferito per lavoro. Qui viene nominata Membro dell’Academie des Beaux Arts de France.
1775    Figura su vari giornali principalmente in veste di pittrice, a volte come IRENE DUCLOS PARENTI, altre come ANNA PARENTI DUCLOS, altre ancora come ANNA IRENE PARENTI DUCLOS. Dietro ordine del Granduca PIETRO LEOPOLDO, riproduce la "Madonna del Sacco" di ANDREA DEL SARTO, affresco nel chiostro della Chiesa dell'Annunziata a Firenze, per sostituire la copia della Reale Galleria andata distrutta. L’opera, appena ultimata, viene acquistata dal Granduca e destinata a Palazzo Pitti. Il Nobile GIUSEPPE BENCIVENNI PELLI assume la Direzione della Reale Galleria di Firenze.
1776    Si interessa all’Anatomia, così frequenta il Gabinetto di Fisica di Firenze diretto da FELICE FONTANA dove sono esposti corpi riprodotti in cera col metodo della Ceroplastica ideati da GAETANO GIULIO ZUMMO o ZUMBO e frequenta anche lo Studio presso l'Accademia di Francia a Roma, di GIOVANNI ANTONIO HOUDON, scultore francese di statue anatomiche. E si interessa alle sculture ottenute dalla tartarizzazione delle acque dei Bagni di San Filippo presso Siena, ovvero si interessa alla cosiddetta “Plastica dei Tartari” di LEONARDO DE VEGNI. A Verona frequenta la Casa del Conte GIOVAN BATTISTA GASOLA dove impara il ‘Metodo dell’Encausto con la Cera Punica’ del pittore ANTONIO PACCHERI.
1777    Copia, alla Reale Galleria di Firenze, la "Sibilla Samia" del GUERCINO in diverse versioni e le vende tutte con profitto. È tenuta molto in considerazione da GIUSEPPE BENCIVENNI PELLI, tanto che quando il pittore EDMOND BEAULIEU gli fa richiesta di copiare in Galleria quello stesso quadro, questi lo invita per ciò ad accordarsi prima con lei.
1778    IRENE PARENTI, donna dal raro fascino, si incontra sempre con nuovi pittori. L’ultimo della serie è TOMMASO NISTRI. Nell’aprile copia presso le Gallerie Reali,  la “Venere d’Urbino”, un “Autoritratto” di TIZIANO, un “Autoritratto” di VAN DYCK e una copia d’un “San Giovanni nel deserto” di RAFFAELLO. In maggio, sempre presso la Reale Galleria di Firenze, copia cinque "Autoritratti", uno di JACOPO DA PONTE, uno di REMBRANDT, uno di RUBENS, uno di RAPHAEL MENGS e uno di ZOFFANY. Nello stesso mese copia l’“Agar o Fatto di Abramo” di PIETRO DA CORTONA, ancora nella Reale Galleria di Firenze, dove sta lavorando anche MARIA HADFIELD. Riesce a copiare – però, questa volta, dopo il pittore GIUSEPPE MACPHERSON – un autoritratto di ZOFFANY. In ottobre, insieme alla poetessa e pittrice irlandese Lady LUCAN, copia una "Santa Caterina" di TIZIANO. Copia ancora opere di DOMENICHINO. Riproduce l’”Autoritratto” e la “Sacra Famiglia” di ANNIBALE CARRACCI e alcuni “Autoritratti” di LEONARDO DA VINCI, tutte opere, anche queste, conservate presso le Gallerie di Firenze. Copia poi, opere di JACOPO DA BASSANO, esposte alla Reale Galleria di Firenze e riproduce un “Autoritratto” di FRANCESCO MAZZOLA detto IL PARMIGIANINO. A settembre copia una “Madonna con Bambino e Santi” sempre del PARMIGIANINO, una “Madonna con Bambino e Santa Caterina “ di TIZIANO e ancora un “Autoritratto” di RAPHAEL MENGS. Ha contatti con l'abate gesuita GIOVANNI ANDRÉS, il quale la ricorda nelle lettere al fratello, pubblicate col titolo di «Cartas familiares», dove lo ragguaglia circa ogni suo viaggio nelle varie città d'Italia.
1779    Improvvisa versi insieme a FORTUNATA FANTASTICI durante un Saggio Storico indetto dal Direttore GIUSEPPE BENCIVENNI PELLI presso la Reale Galleria di Firenze. Figura sui registri delle mance presso la Reale Galleria di Firenze. Dipinge un’”Opera ispirata alla vita di Polimnia”, una delle nove Muse figlie di Zeus e Mnemosine, madre di Eros o di Orfeo avuto da Eagro, Ninfa creatrice della Lira oltre che protettrice del Canto, della Danza e della Pantomima. Va a Roma presso il suo studio ad insegnare la pittura ad encausto ad alcuni allievi, in veste di assistente del Cav. GIOVANNI FABBRONI naturalista, collaboratore del Direttore FELICE FONTANA all'organizzazione del Reale Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze; ma soprattutto va per dipingere “Cleopatra”, una pittura all’Encausto su lavagna, di cm. 79x57, ispirandosi alla “Cleopatra”, un olio su ardesia, del 1548, di cm. 81x56, del pittore rinascimentale fiorentino JACOPINO DEL CONTE, giacente presso la Galleria Borghese a Roma.
1780   Copia nel novembre presso la Reale Galleria di Firenze la “Cortigiana Olandese” di FRANS VAN MIERIS il Vecchio. Dipinge un “Autotiratto” (che in un primo momento viene attribuito a TERESA ARIZZARA, poi nel 2010 a lei).
1781    (?) Muore suo marito il Signor GIUSEPPE (?) PARENTI. Viene sepolto nella cappella di famiglia, nel cimitero in via delle Siepi a Livorno?
1782   Pubblica "Canzonetta", un poemetto tratto dalle sue "Rime Anacreontiche", sul ‘Giornale Enciclopedico di Letteratura Italiana e Oltremontana’ n. 1 e 2, del Duca DI SERMONETA, edito in Italia a spese di RANIERI DELVIVO. Nel luglio copia presso la Reale Galleria di Firenze, un disegno di "Sculture Antiche" o meglio “Statue sparse della Tribuna” su commissione del Conte CARLO DI GOES. Figura sulla Stampa dove viene menzionata come pittrice e poetessa col nome di IRENE ANNA PARENTI DUCLOS o IRENE DUCLOS PARENTI. Copia le statue “della Tribuna”, quella “di Niobe, quella “di Mercurio” e altre statue “sparse nella Galleria”.
1783   Viene accreditata presso la Corte del Granduca di Toscana PIETRO LEOPOLDO. Esegue su commissione di RAIMONDO COCCHI, Ex-Direttore della Reale Galleria di Firenze, un “Ritratto di GIUSEPPE HILARIUS VON ECKHEL”, Abate Gesuita, Numismatico. Esegue un secondo '”Autoritratto a mezzo busto” e lo firma nel retro sulla tela, con la scritta “IRENE del fu GIO: BATTA DUCLOS né PARENTI. Fece 1783". Il 12 gennaio è ammessa come membro all’Accademia del Disegno di Firenze. Il 12 Aprile viene aperta dal Sig. GESUALDO FERRI, Provveditore per nuovi Accademici, alla Reale Accademia del Disegno la solita Adunanza Generale per la conferma delle rispettive cariche, e per discorrere dei diversi affari a profitto dei Giovani studiosi; in tale occasione è proposta insieme agli Accademici Professori: Sig. LUIGI AMMISTANI Pittore Veronese, Sig. ANTONIO DE DOMINICIS Pittore Napoletano Direttore della Reale Accademia di Napoli, Sig. PASQUALE CIOFFO Pittore di Architettura Napoletano, Sig. LUCA RISTORINI Architetto Fiorentino oltre ai soggetti Accademici Dilettanti: Sig. PAOLO ANTONIO MOLLO Duca di Luciano Barone di Castel Franco ecc., Sig. Commendatore FRANCESCO ALEMANNO DE’ PAZZI, il sig. Marchese Cavaliere GIUSEPPE NICCOLINI, Sig.ra Contessa BIANCA ANGUISSOLA nata BUSCA di Milano. Poi è a Roma presso la bottega dell'Abate Gesuita GIUSEPPE PIGNATELLI, vicino al Colosseo, a studiare la Pittura all’Encausto. Qui il Maestro le affida l’incarico di fare gli onori di casa accogliendo e intrattenendo gli altri Accademici e scolari, come il Conte CESARE MASSIMILIAN0 GINI, Padre LORENZO CASTELLARI, GIUSEPPE MARTINELLI GIBELLI o CIBELLI, FILIPPO GARGALLI o BARGALLI, VINCENZO MAZZA, BAGLIONI, Miss EMMA JANE GREENLAND e TERESA TESI. Diviene membro dell'Accademia del Disegno di Firenze insieme a CHIARA SPINELLI BELMONTE. Il 2 luglio si reca a Livorno per proporre [al magazzino di GIACINTO MICALI] i suoi quadri rimasti da molto tempo invenduti. È invitata a tenere all’Accademia Clementina di Bologna, presieduta da GIUSEPPE ALESSIO VALIANI, una pubblica dimostrazione di pittura ad encausto, di cui le «Memorie Enciclopediche della Società Letteraria di Bologna» di quest'anno, dirette dall'Avvocato RISTORI forniscono un esaudiente resoconto. 
1784   Ispirandosi al Dramma di Francesco Berni del XVII secolo intitolato “L’Ali d’Amore”, riproposto nel 1760 da GIAMMARIA MAZZUCCHELLI       nel suo libro edito a Brescia da GIAMBATTISTA BOSSINI, pubblica fra le sue ‘Rime Anacreontiche’, il poemetto dallo stesso titolo "L'Ali d'Amore”, sul ‘Parnaso Italiano’ edito a Bologna dalla Società Enciclopedica stampato da F. V. A. CAVALLONI e da DOMENICO LAURENTI. In questa stessa raccolta figurano, tra gli altri, alcuni versi del poeta VINCENZO MONTI di Roma e delle poetesse: MARIA FORTUNA di Pisa, SILVIA CURTONI GUASTAVERZA VERONESE di Brescia, PAOLINA SECCO SUARDO GRISMONDI di Bergamo, FRANCESCA ROBERTI FRANCO di Padova. Nella prefazione di questa edizione del giornale dedicata agli sposi CARLO FILIPPO ALDOVRANDI e TERESA GNUDI, assieme ad altri, viene definita "Illustre scrittrice di poesie di grande pregio". Fin dai primi mesi dell’anno continua a frequentare l’Accademia Clementina di Bologna fondata dal Conte LUIGI FERDINANDO MARSILI e da GIAMPIERO ZANOTTI. Dipinge ad Encausto: un “Amorino” di GUIDO RENI e un “San Giovanni nel Deserto”, un “Paesaggio” e ancora un “Paesaggio”. E opera presso la bottega del M° JOSÉ PIGNATELLI Y MONCAYO a Bologna, ancora insieme ai colleghi Accademici e scolari: il Conte CESARE MASSIMILIAN0 GINI, Padre LORENZO CASTELLARI, GIUSEPPE MARTINELLI, GIBELLI o CIBELLI, FILIPPO GARGALLI o BARGALLI, VINCENZO MASSA o MAZZA, ANTONIO ASTORGANO ABAJO, FELICE CAMPI, GIACOMO GATTI, ANDREA MONES, ANDREA MONES,  GIUSEPPE FERRER, gesuita, GIUSEPPE ARTIOLI e TERESA TESI, figlia del celebre MAURO ANTONIO TESI. A Bologna frequenta inoltre la casa del M° VINCENTE REQUEÑO Y VIVES insieme al poeta Conte ALFONSO VARANO e ai pittori VINCENZO MASSA, PAOLO DARDANI, BAGLIANI e MARTINELLI, intrattenendo gli ospiti con le grazie della sua pittura e con i canti delle sue poesie. REQUEÑO, nei suoi ‘Saggi sul ristabilimento dell’antica arte de Greci e de’ Romani Pittori’, pubblicato a Roma, la paragona alla famosa pittrice dell’antica Roma “Lala Cicicena” e scrive: “La celebrata Signora Irene Parenti, pittrice assai nota in Firenze …, animando nel Parnaso Italiano le sue graziosissime Canzoni, e dilettandosi coi suoi correttissimi Quadri …, amena Poetessa e leggiadra Pittrice …,  le Gazzette annunziarono al Pubblico alcuni dei suoi preziosi lavori …”. E le sue opere compaiono descritte sul ‘Giornale Enciclopedico di Bologna’ e in alcuni articoli ancora di VINCENZO REQUEÑO. Fa “Ritratti imitando i volti delle figure classicistiche”, copia “Volti dalle antiche statue”, fa un “Quadretto che imita l’antico” “suscitando molto rumore in Firenze”. Lascia in casa di GIUSEPPE PIGNATELLI alcuni dei suoi “Lavori ad Encausto”, altri porta con se a Firenze presso la sua bottega dove torna a lavorare. Miss EMMA JANE GREENLAND, una pittrice britannica che ha studiato anche lei con GIUSEPPE PIGNATELLI, diventa sua allieva e la segue a Firenze per continuare la pratica della Pittura all’Encausto. GIUSEPPE BECCHETTI e il pittore, suo amico, JACOPO ALESSANDRO CALVI detto SORDINO, la propongono come membro all'Accademia Clementina delle Belle Arti di Bologna presieduta dal suo compagno di studi, il pittore pistoiese GIUSEPPE ALESSIO VALIANI. Il 21 dicembre ottiene parere favorevole dalla commissione. Assistita da GIOVANNI FABBRONI e da MARCO LASTRI dipinge “Belle Teste, in parte ritratte da statue” e “Belle Teste in parte ideali imitanti l’antico”, “con una facilità e prontezza incredibile. Le vende assai caramente ai curiosi, e ancora di più agli stranieri”. E dipinge un “Quadretto scambiato per un’opera di antico maestro”. Dipinge cioè una ”Cleopatra” ad Encausto su lavagna, ispirandosi probabilmente alla “Cleopatra” di GUIDO RENI. Questo dipinto finisce nelle mani di Cav. LUIGI MICHELI, un importante collezionista, il quale - secondo quanto risulta in una lettera del Marchese RIDOLFI al Prof. PETRINI - la fa analizzare dal noto Professore di Chimica ANTONIO TARGIONI TOZZETTI perché, a prima vista, la scambia per un’opera antica. E Don ANTONIO CONCA, Abate Gesuita di Ferrara scrive all’Abate Gesuita GIULIO PERINI: ‘Requeño partì per Bologna [da Mantua], e per la posta di ieri abbiamo ricevuta una sua lettera nella quale dice che la Signora IRENE PARENTI - amica di J. PIGNATELLI – porterà per codesta Accademia [quella di Mantua del Cav. Marchese Bianchi nella di lui casa] un quadro all’encausto’. Dietro commissione di Sua Eccellenza GIOVANNI BATTISTA COSTABILI CONTAINI, Intendente Generale a Ferrara della Casa Imperiale di Francia, esegue il “Ritratto di GUIDO III VILLA, Cavaliere Gran Croce dell’Ordine di San Maurizio e San Lazzaro”. Scrive di lei GIUSEPPE ANGELELLI sulle ‘Memorie Enciclopediche di Bologna’. Organizza una spedizione a Ferrara di una cassa con «libri (Poesie), carte stampate (Incisioni?) e dodici tele dipinte moderne (Copie)» a cui si aggiunge uno strumento musicale (una Cetra?). Viaggia per l’Italia alla ricerca di stampe e disegni per la sua collezione privata e acquista anche su commissione di altri amatori. Ulteriori destinazioni sono Roma, Piacenza, Ferrara, Lucca, Vienna, Londra, la Polonia, la Francia. I documenti amministrativi intercorrono quindi tra Firenze e la Dogana di Siena e riguardano l'esportazione e movimento dell'opera d'arte in territorio toscano. Vende parecchi quadri in tutta la Toscana.
1785    Copia nel gennaio un "San Pietro" da GUIDO RENI alla Galleria della Famiglia SAMPIERI in Bologna. Diviene membro dell'Accademia di San Luca, il cui Principe è ANTON VON MARON. Ciò avviene per effetto della congiunzione tra l’Accademia Clementina di Bologna e l’Accademia di San Luca di Roma. E per questo viene elogiata sulla ‘Gazzetta Toscana’ che la definisce ‘Celebre pittrice’. Incontra l'Abate Gesuita GIOVANNI ANDRÉS insieme con le poetesse MARIA MADDALENA MORELLI FERNANDEZ dal nome arcade CORILLA OLIMPICA e FORTUNATA SULGHER FANTASTICI MARCHESINI dal nome arcade TEMIRA PARRASIDE, ma poi viene da costui definita “poetessa inferiore alle altre due”. Vende alcuni suoi lavori ad Encausto realizzati in casa di GIUSEPPE PIGNATELLI a Bologna, destinati a lontani paesi d’Europa, altri ne espone a Firenze. La sua allieva Miss GREENLAND, ormai espertissima della Pittura ad Encausto – ha sperimentato anche le tecniche utilizzate dal Prof. JOHANN HEINRICH MÜNTZ e quelle di GIOVAN BATTISTA DELL’ERA – nel mese di novembre torna nella sua patria, in Gran Bretagna.
1786   GIOVANNI GREPPI, Socio della Reale Accademia Fiorentina, parla di IRENE DUCLOS PARENTI come Pastorella Arcade col nome di LINCASTA ERICINIA nella sua Tragedia ‘Odoardo’, edito a Venezia da GIACOMO STORTI, definendola: ‘Lincasta onor de’ sacri Arcadi campi, anzi, cred’io, Camena che sì non tratta mortal man la Cetra’. Legge la pubblicazione “Della Cerografia”, ovvero un trattato intorno alla pittura ad encausto, dello scienziato gesuita GIUSEPPE TOMMASELLI.
1787    (?) Fa il ritratto di sua figlia. Si reca a Milano e qui osserva le opere di DANIELE CRESPI, col pittore ANTON FRANCESCO BIONDI autore del quadro "Il Notaio GIUSEPPE MACCHI" per l'Ospedale Maggiore di Milano; studia per lungo tempo quelle di LUDOVICO CARRACCI e a Bologna ha occasione di visionare anche quelle di FLORIO MACCHI e dei suoi fratelli GIOVANNI MACCHI e GIULIO CESARE MACCHI. A Firenze frequenta la casa di MARIA MADDALENA MORELLI FERNANDEZ, in Arcadia CORILLA OLIMPICA, di fronte alla Locanda “Aquila Nera”. Il 28 luglio assiste alla Corsa del Cocchi che si svolge in città a Piazza San Francesco, vinta dal cocchio con il cavallo e il fantino dalla divisa celeste di proprietà di PIO LOMBARDI, uno dei due soci padroni della Locanda “Aquila Nera”. A Bologna ha contatti con GIOVANNI FABBRI, pittore e incisore e con GAETANO GANDOLFI e GREGORIO CASALI, Membri dell’Accademia Clementina.
1788   E’ molto impegnata a scrivere Rime Anacreontiche, a recitarle improvvisandole e a cantarle accompagnandosi con la Cetra, nei salotti più prestigiosi del Granducato di Toscana, della Repubblica Veneta e altrove.
1789               Copia, in luglio, dalle Gallerie di Firenze, opere di GUERCINO, un “Autoritratto” di ZOFFANY, due “Autoritratti” di MENGS, “Venere, Satiro e Amorini”, definito “Baccante”, di ANNIBALE  CARRACCI. Copia e vende al Principe MICHAŁ JERZY PONIATOWSKI, Primate, fratello del Re di Polonia, due copie di “Testa della Giuditta” da RUBENS. Nel luglio copia “Endimione” di GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI detto IL GUERCINO. Frequenta le due Case dell’Albergo “Aquila Nera” di proprietà di PIO LOMBARDI E VINCENZIO PETRARCHI (la prima presso il Palazzo appartenuto ad ARNOLFO DA CAMBIO nel XIII secolo e a PIETRO BENBO nel XVI, la seconda presso il Vecchio Seminario), in quanto affollate di nobili forestieri tutti potenziali suoi committenti, come il Principe Primate di Polonia MICHAŁ JERZY PONIATOWSKI che, come lei, peraltro parla francese. Frequenta il pittore ANDREA CELESTINO napoletano vivente a Firenze, l’inglese ARTAUD e il pittore austriaco girovago LUDWIG GUTTENBRUNN.
1790   L’Accademia di Pittura di Firenze la riceve insieme alla pittrice Signora BIANCA ANGUISCIOLA BUSCA di Milano. Scrivono di lei JOSEF JÉROME LE FRANÇAIS DE LALANDE nel suo ‘Voyage en Italie’, pubblicato a Ginevra. Viene nominato Custode dell’Accademia dell’Arcadia LUIGI GODARD col nome arcade CIMANTE MICENIO. Entra in contatto con il Principe MICHELE GIORGIO PONIATOWSKI fratello del Re di Polonia, perché questi, col nome di AURENIO FALEREO è, come lei, Membro dell’Accademia dell’Arcadia di Roma e  anche attraverso i suoi maestri e compagni di lavoro GIUSEPPE ALESSIO VALIANI, futuro Presidente dell’Accademia Clementina, JACOPO ALESSANDRO CALVI e GREGORIO GUGLIELMI, tre pittori che già lavorano per la Corte di  Varsavia. Il Principe MICHELE GIORGIO PONIATOWSKI visita la sua bottega e subito scrive, a GAETANO GHIGGIOTTI Segretario del Re di Polonia STANISLAO AUGUSTO, d’aver trovato a Firenze “una buona copista” che potrebbe riprodurre ad un prezzo molto inferiore a quello dell’originale, l’Autoritratto di ELISABETTA VIGÉE-LEBRUN richiesto dal re, ma il re preferirà acquistare, in sostituzione, un ritratto, dal prezzo più accessibile, della Principessa GIULIANA PUBLICOLA FALCONIERI SANTACROCE dipinto da ANGELICA KAUFFMANN.
1791    (?) A Bologna le viene commissionato il ritratto di GIUSEPPE BECCHETTI. Si abbona all'’Etruria Pittrice’ diretta da MARCO LASTRI. Esegue copia da RUBENS della “Madonna della cesta” destinata al Principe MICHELE GIORGIO PONIATOWSKI.
1792    Copia opere di GUERCINO. Al Principe MICHELE GIORGIO PONIATOWSKI Primate di Polonia vende il “Ritratto della figlia di Irene Parenti”. Per lui copia presso la Galleria Corsini di Firenze, da ALBANI, una “Venere e Amorini” e presso la Galleria Palatina di Firenze: la “Madonna della seggiola” da RAFFAELLO, la “Madonna della cesta” da RUBENS e “Giuditta con la testa di Oloferne” da BRONZINO. Ha ancora contatti con l'abate JUAN ANDRÉS. Frequenta il pittore LUIGI ADEMOLLO milanese giunto da Roma a Firenze per l'affresco della Pergola.
1793    Copia due “Opere di pittori del passato” presso la Reale Galleria di Firenze per il Principe MICHAŁ JERZY PONIATOWSKI Primate di Polonia. Il 30 ottobre esegue un’”Opera Pittorica in Miniatura”. Frequenta i Poeti dell’Accademia Fiorentina e gli Accademici Armonici tra cui il violinista livornese PIETRO NARDINI col suo allievo LUIGI TORELLI. Con loro partecipa alle Feste Accademiche di “Suono e Canto” che si svolgono presso la Sala “in Porta Rossa” e presso il Teatro “della Pergola”.
1794    Copia un'opera di TIZIANO per concessione del Direttore delle Reali Gallerie di Firenze TOMMASO PUCCINI. Questa sarà la sua quarantesima opera copiata in Galleria in 21 anni. Conosce il noto architetto fiorentino Prof. GIUSEPPE DEL ROSSO, intimo amico del Cav. GIOVANNI FABBRONI. Il 4 Dicembre è a Roma all'Adunanza dei Pastori Arcadi tenuta nel Serbatoio d’Arcadia per la conferma di LUIGI GODARD a Custode dell’Accademia dell’Arcadia. Qui incontra TERESA BANDETTINI LANDUCCI, nome arcade AMARILLI ETRUSCA e il Principe MICHAŁ JERZY PONIATOWSKI. Muore il suo amico e Direttore dell’Accademia Clementina GIUSEPPE BECCHETTI.
1795    Il 5 febbraio muore di morte improvvisa a Firenze. Viene sepolta nella cappella della famiglia di suo marito, nel cimitero in via delle Siepi a Livorno? Il suo decesso viene denunciato sulla ‘Gazzetta Toscana’ n° 7 a pag. 26. E in questa occasione lei viene definita ‘Celebre Pittrice’. Scriveranno ancora di lei: il ‘Giornale Europa Letteraria’, il Marchese GIUSEPPE BIANCHI di Mantova, ‘La Memoria Enciclopedica di Bologna’, il ‘Nuovo Giornale dei Letterati di Pisa’, PIER CATERINO ZENO sul ‘Giornale dei Letterati d’Italia’ edito da G. G. HERTZ a Venezia, poi LUIGI UGHI, LEOPOLDO FERRI, CHRACAS, GIUSEPPE DEL ROSSO sull’’Osservatore Fiorentino’, GIOVANNI BATTISTA ZANNONI, PIER ANTONIO ZANONI, oltre a UGO FOSCOLO, UMBERTO LIMENTANI e J. M. A. LYNDON negli ‘Scritti vari di critica storica e letteraria, 1817-1827’ e a FEDERICO ALZIERI in “Notizie dei Professori del Disegno in Liguria”.
OPERE LETTERARIE DI
ANNA IRENE DUCLOS PARENTI
(esistenti e da rintracciare, comunque menzionate nei documenti negli archivi)
Opere esistenti
1. “Canzonetta”
Poemetto.
(Giornale Enciclopedico di Letteratura Italiana  e Oltramontana, Ranieri Del Vivo, Italia 1782, II, pp 80-83)
2. “L'Ali d'Amore”
Anacreontica.
(Parnaso Italiano o sia Raccolte di Poesie scelte di autori viventi, Società Enciclopedica, Bologna 1784, pp. 36-41)
Opere da rintracciare
3. ”Rime Anacreontiche”
Raccolta di Poemetti.
(Giornale Enciclopedico di Letteratura Italiana  e Oltramontana, Ranieri Del Vivo, Italia, s.d.) (Parnaso Italiano o sia Raccolte di Poesie scelte di autori viventi, Società Enciclopedica, Bologna, s.d.)
4.  ”Canzoni”
Raccolta di Canzoni.
(Giornale Enciclopedico di Letteratura Italiana  e Oltramontana, Ranieri Del Vivo, Italia, s.d.) (Parnaso Italiano o sia raccolte di poesie scelte d’autori viventi, Società Enciclopedica, Bologna s.d.)
OPERE PITTORICHE DI
ANNA IRENE DUCLOS PARENTI
(esistenti e da rintracciare, comunque menzionate nei documenti negli archivi)
SEGUONO LE PAGINE CON LA SCANNERIZZAZIONE DELLE OPERE PITTORICHE DA 1 a 43 PUBBLICATE SUL LIBRO “IRENE PARENTI”:
44. Copia del quadro “Amorino” di Guido Reni.
Tratta dall’originale in Bologna.
Pittura all’Encausto.         
(Juan Francisco Masdeu, Requeño, il vero inventore delle più utile scoperte della nostra età, Roma 1806, pp. 11-13) (Antonio Astorgano Abajo, San José Pignatelli 1735 – 1811 y Vincente Requeño 1734 – 1811, Socios de la Academia Clementina,[in:] “Cuadernos Dieciochistas 5, 2004”, Sociedad Española de Estudios del Siglo XVIII de la Real Academia de Historia, Madrid 2007)
45. Copia del quadro “San Giovanni nel Deserto”
Tratta dall’originale in Bologna.
Pittura all’Encausto.
 (Juan Francisco Masdeu, Requeño, il vero inventore delle più utile scoperte della nostra età, Roma 1806, pp. 11-13) (Antonio Astorgano Abajo, San José Pignatelli 1735 – 1811 y Vincente Requeño 1734 – 1811, Socios de la Academia Clementina,[in:] “Cuadernos Dieciochistas 5, 2004”, Sociedad Española de Estudios del Siglo XVIII de la Real Academia de Historia, Madrid 2007)
46. “Paesaggio”
Quadro ad Encausto dipinto nella casa di Roma o di Bologna di Giuseppe Pignatelli.
(Juan Francisco Masdeu, Requeño, il vero inventore delle più utile scoperte della nostra età, Roma 1806, pp. 11-13) (Antonio Astorgano Abajo, San José Pignatelli 1735 – 1811 y Vincente Requeño 1734 – 1811, Socios de la Academia Clementina,[in:] “Cuadernos Dieciochistas 5, 2004”, Sociedad Española de Estudios del Siglo XVIII de la Real Academia de Historia, Madrid 2007)
47. “Paesaggio”
Quadro ad Encausto dipinto nella casa di Roma o di Bologna di Giuseppe Pignatelli.
(Juan Francisco Masdeu, Requeño, il vero inventore delle più utile scoperte della nostra età, Roma 1806, pp. 11-13) (Antonio Astorgano Abajo, San José Pignatelli 1735 – 1811 y Vincente Requeño 1734 – 1811, Socios de la Academia Clementina, [in:] “Cuadernos Dieciochistas 5, 2004”, Sociedad Española de Estudios del Siglo XVIII de la Real Academia de Historia, Madrid 2007)
48. “Belle Teste ritratte da statue”
Dipinti del 1784.
(Marco Lastri, L’Osservatore Fiorentino sugli edifici della sua patria, Firenze 1831, pagg. 30, 31, 32 – aggiornato da Giuseppe del Rosso)
49. “Belle Teste ideali imitanti l’antico”
Dipinti del 1784.
(Marco Lastri, L’Osservatore Fiorentino sugli edifici della sua patria, Firenze 1831, pagg. 30, 31, 32 – aggiornato da Giuseppe del Rosso)
50. “Cleopatra”
Pittura all’Encausto su lavagna
Dipinto del 1784 (?)
 (Gino Capponi, Antologia, pag. 497)

50. “Cleopatra”
Pittura all’Encausto su lavagna, del 1779, cm. 79x57, ispirata alla “Cleopatra”, opera di Jacopino Del Conte (Firenze 1510 - Roma 1598), olio su ardesia cm. 81x56, del 1548, giacente presso Galleria Borghese a Roma.
Dipinto appartenuto dal 1779 al 1818 alla Famiglia Monti o Monte Santa Maria in Firenze; nel 1818 si trovava nella Villa Adriana di Tivoli; dal 1818 al 1860 è appartenuto a Luigi Micheli; nel 1860 a Ernest Des Varannes; nel 1880 al Barone Benneval; nel 1914 al mercante Fernando Massa in Sorrento. Attualmente l’opera risulta perduta.
 (Gino Capponi, Antologia, pag. 497)
(Delphine Burlot, Fabriquer l’antique: Les contrefaçons de peinture murale antique au XVIIIe siècle, Centre Jean Bérard, Napoli 2012)

51. ”Quadretto ispirato all’antico”
Pittura all’Encausto.
Dipinto del 1784.
(Marco Lastri, L’Osservatore Fiorentino sugli edifici della sua patria, Firenze 1831, pagg. 30, 31, 32)
52. “Opera ispirata alla  Musa Polimnia”
Pittura del 1779.
(Nono Annuario di Accademia Etrusca di Cortona, Cortona 1934)
53. “Ritratto di Guido III Villa”
Olio su tela, eseguito a Ferrara nel 1784, su commissione di Sua Eccellenza Gio Battista Costabili Containi, Intendente Generale a Ferrara della Casa Imperiale di Francia.
(Luigi Ughi, Compendiose notizie storiche intorno alla vita del nobilissimo Sig. Marchese Guido III Villa e del suo cospicuo casato ferrarese, Bianchi e Negri al Seminario, Ferrara 1810, parte II)
54. “Ritratti imitando i volti delle figure classicistiche”
Dipinto del 1784.
(Marco Lastri, L’Osservatore Fiorentino sugli edifici della sua patria, Firenze 1831, pagg. 30, 31, 32 – aggiornato da Giuseppe del Rosso)
55. “Lavori ad Encausto”
Dipinti del 1784.
Lasciati a Roma in casa di Giuseppe Pignatelli.
(Marco Lastri, L’Osservatore Fiorentino sugli edifici della sua patria, Firenze 1831, pagg. 30, 31, 32 - – aggiornato da Giuseppe del Rosso)
56. Copie di “Opere di pittori del passato”
Dipinti del 1793.
(Marco Lastri, L’Osservatore Fiorentino sugli edifici della sua patria, Firenze 1831, pagg. 30, 31, 32 – aggiornato da Giuseppe del Rosso)
57. “Statue”
Nella Tribuna.
Dipinto del 1782.
Richiesta di copiare del 23 luglio 1782.
(Archivio Gallerie di Firenze, Permessi per copiare oggetti d'arte, Firenze 1782)
58. “Statue della Niobe”
Dipinto del 1782.
Richiesta di copiare del 23 luglio 1782.
(Archivio Gallerie di Firenze, Permessi per copiare oggetti d'arte, Firenze 1782)
59. “Statue di Mercurio”
Nella Stanza dei Bronzi Moderni.
Dipinto del 1782.
Richiesta di copiare del 23 luglio 1782.
(Archivio Gallerie di Firenze, Permessi per copiare oggetti d'arte, Firenze 1782)
60. “Statue”
Sparse nella Galleria.
Dipinto del 1782.
Richiesta di copiare del 23 luglio 1782.
(Archivio Gallerie di Firenze, Permessi per copiare oggetti d'arte, Firenze 1782)
61. “Miniatura”
Dipinto del 1793.
Richiesta di copiare del 30 ottobre 1793
(Archivio Gallerie di Firenze, Permessi per copiare oggetti d'arte, Firenze 1793, f. XXVI, n. 10/33)
62. “Autoritratto”
Dipinto del 1773.
Richiesta di copiare del 19 giugno 1773.
(Archivio Gallerie di Firenze, Permessi per copiare oggetti d'arte, Firenze 1773, f. VI, n. ... XIII, n. 154/31)
63. “Autoritratto”
con ornamento dorato, e cartellina in piè.
(Piero Pacini, Le sedi dell'Accademia del disegno: al "Cestello" e alla "Crocetta", L. S. Olschki, Firenze 2001)
64. “Autoritratto”
Dipinto del 1780.
Olio su tela cm. 64x52
Un primo momento viene attribuito a TERESA ARIZZARA, poi nel 2010 viene attribuito a lei.
Conservato agli Uffizi di Firenze, Depositi, N. Inv.1890.
(Giovanna Giusti, Firenze 2010)
65. “Autoritratto”
Dipinto del 1765
Olio su tela cm. 58 x 48,
Conservato nella Galleria degli Uffizi, Depositi, Firenze, N. Inv. 6856.
(Melissa Lee Hyde,François Boucher, Making up the rococo: François Boucher and his critics, The Getty Research Institute, Los Angeles 2006)
66. “Carte stampate”
Incisioni? del 1784
Da documenti doganali tra Firenze e Siena
(Annali della Scuola normale superiore di Pisa: Classe di lettere e filosofia, La Scuola, 2003)
67. “Dodici tele dipinte moderne”
Copie? del 1784
Da Dichiarazioni doganali tra Firenze e Siena
(Annali della Scuola normale superiore di Pisa: Classe di lettere e filosofia, La Scuola, 2003)




Irene Parenti Duclos 
on Stage and on Television
(Da: Wikipedia)


In 2006, Italian playwright Alberto Macchi published his script for a play based loosely on the biographical research he conducted on Irene Parenti Duclos. 
Nel 2006, il drammaturgo italiano Alberto Macchi ha pubblicato la sua sceneggiatura per una commedia basata vagamente sulla ricerca biografica che ha condotto su Irene Parenti Duclos.

A segment featuring the life and works of Irene Parenti Duclos are part of the PBS television special Invisible Women: Forgotten Artists of Florence, an Emmy-winning program (2013) based on the 2009 book of the same title by Jane Fortune.
Un segmento che racconta la vita e le opere di Irene Parenti Duclos fa parte dello speciale televisivo PBS Invisible Women: Forgotten Artists of Florence, un programma vincitore dell'Emmy (2013) basato sull'omonimo libro del 2009 di Jane Fortune.









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